Di Ambar Warrick
Investing.com - L’inflazione al consumo australiana è aumentata bruscamente a novembre, come hanno mostrato i dati di questo mercoledì, preannunciando una maggiore pressione economica dovuta alla potenziale riduzione della spesa delle famiglie e aumentando le possibilità di una maggiore stretta monetaria da parte della Reserve Bank.
L’indice dei prezzi al consumo (IPC) australiano è aumentato del 7,3% su base annua a novembre, secondo i dati dell’Australian Bureau of Statistics, tornando ai livelli visti a settembre dopo essere sceso brevemente al 6,8% a ottobre.
La lettura di novembre ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 30 anni.
I costi dell’edilizia abitativa sono stati i maggiori responsabili dell’aumento dei prezzi, in quanto gli elevati costi della manodopera e dei materiali hanno fatto lievitare i prezzi delle nuove case. Anche gli alti tassi di interesse hanno fatto impennare i tassi ipotecari nel 2022.
La lettura preannuncia ulteriori difficoltà per l’economia australiana, che quest’anno ha lottato con un forte aumento dell’inflazione dopo l’allentamento della maggior parte delle restrizioni anti-COVID. Anche la volatilità delle catene di approvvigionamento globali ha contribuito in parte all’aumento dell’inflazione nel Paese.
La lettura mette anche sotto pressione la Reserve Bank of Australia affinché continui ad aumentare i tassi di interesse, l’aumento di 300 punti base del 2022. Gli alti tassi di interesse, insieme all’inflazione elevata, probabilmente peseranno sulla crescita economica nei prossimi mesi.
Tuttavia, alcuni aspetti dell’economia rimangono forti. Una lettura separata di mercoledì ha mostrato che le vendite al dettaglio australiane sono aumentate più del previsto a novembre, anche se una parte consistente è stata trainata dai profondi sconti durante l’evento di shopping del Black Friday.
Il dollaro australiano è salito leggermente sulla prospettiva di ulteriori aumenti dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank.