Investing.com - L’inflazione al consumo cinese si è contratta a maggio rispetto al mese precedente, come hanno mostrato i dati di venerdì, mentre l’inflazione alle fabbriche è scesa al ritmo più veloce degli ultimi sette anni, a causa del rallentamento della ripresa economica post-COVID che ha limitato la spesa.
L’IPC vede poco sostegno perché l’economia rimane debole
L’{ecl-743||indice dei prezzi al consumo}} cinese (IPC) è sceso dello 0,2% a maggio rispetto al mese precedente, secondo i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica. Ciò ha fatto seguito a un calo dello 0,1% su base mensile in aprile.
L’inflazione al consumo è aumentata dello 0,2% nei 12 mesi di maggio, mancando le stime di un aumento dello 0,4%, ma risultando leggermente superiore alla lettura dello 0,1% del mese precedente.
La lettura di venerdì fa seguito a una serie di dati negativi sull’attività economica e sugli scambi delle ultime due settimane, che hanno sollevato ulteriori dubbi sul rallentamento della ripresa economica nel Paese.
Anche la spesa è rimasta contenuta nonostante i molteplici sforzi di stimolo da parte del governo. I consumatori cinesi sono rimasti cauti nello sbloccare i risparmi negli ultimi tre anni, mentre i timori di ulteriori interruzioni e conflitti normativi hanno portato gli investitori privati a stare alla larga dalla Cina.
L’IPP indica un calo sostenuto del settore manifatturiero
L’inflazione cinese dei prodotti di fabbrica ha continuato a diminuire, con l’ inflazione dei prezzi alla produzione (IPP) che è scesa al ritmo peggiore da febbraio 2016, ovvero durante la coda dello shock da svalutazione dello yuan del 2015.
L’IPP è sceso del 4,6% nei 12 mesi fino a maggio, estendendo il calo dopo la flessione del 3,6% del mese precedente.
La lettura segue la debolezza degli indicatori dell’attività manifatturiera per maggio, che hanno mostrato che i maggiori motori economici cinesi stanno facendo fatica nonostante la revoca delle misure anti-COVID all’inizio di quest’anno.
Il settore è anche alle prese con l’indebolimento della domanda estera di beni cinesi, a causa del peggioramento delle condizioni economiche in tutto il mondo.
I dati sconfortanti di venerdì sull’inflazione arrivano nonostante i numerosi sforzi del governo per sostenere la liquidità locale. Le maggiori banche statali cinesi hanno tagliato i tassi di interesse sui depositi in yuan questa settimana, preannunciando potenzialmente un più ampio taglio dei tassi da parte della Banca Popolare.
Dopo i dati sull’inflazione, lo yuan ha oscillato vicino ai minimi di sette mesi e le prospettive per la valuta cinese sono rimaste fosche.