Di Ambar Warrick
Investing.com - L’inflazione IPC core del Giappone ha toccato un massimo di otto anni a settembre; la terza economia mondiale ha continuato a fare i conti con l’aumento dei prezzi delle materie prime e con il profondo deprezzamento dello yen.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo core (IPC), che misura le variazioni di prezzo di un paniere di beni, esclusi i prezzi volatili degli alimenti freschi, è aumentato del 3% a settembre, come previsto, e più della lettura del mese scorso del 2,8%. La lettura ha raggiunto il livello più alto dal settembre 2014.
Includendo i costi del carburante e dei generi alimentari, entrambi aumentati notevolmente quest’anno, l’IPC è cresciuto del 3% nel mese, rimanendo invariato rispetto a settembre.
La lettura segna il sesto mese consecutivo in cui l’inflazione è salita al di sopra dell’obiettivo annuale del 2% fissato dalla banca centrale.
Riflette anche la crescente pressione sull’economia giapponese dovuta all’aumento dei costi delle materie prime, che la maggior parte delle aziende ha trasferito ai propri clienti. I dati della scorsa settimana hanno mostrato che la pressioni sui prezzi dei produttori ha raggiunto il livello più alto in oltre 40 anni.
Anche l’aumento dei prezzi delle materie prime, in particolare del petrolio e del gas liquefatto naturale ha contribuito all’inflazione, dato che il Giappone dipende fortemente dalle importazioni di carburante.
La valuta giapponese è crollata a un nuovo minimo di 32 anni, superando il livello psicologicamente importante di 150 per il dollaro. La mossa ha stimolato le minacce di intervento del governo sui mercati valutari, ma non è servita a scoraggiare gli short seller della valuta.
La Banca del Giappone deciderà sulla politica monetaria alla fine del mese. Finora, però, la banca centrale non ha dato alcuna indicazione di voler alzare i tassi di interesse dai livelli ultra-bassi.
Tuttavia, con la riapertura delle frontiere giapponesi dopo oltre due anni di restrizioni legate al COVID, l’economia potrebbe essere stimolata dall’aumento del turismo.