ROMA (Reuters) - Nel mese di maggio sale ancora l'occupazione grazie all'aumento dei dipendenti, calano ancora gli inattivi e torna a diminuire leggermente il tasso di disoccupazione.
A maggio il tasso di disoccupazione è all'11,5% (aprile all'11,6%, rivisto da 11,7%), rende noto Istat.
Il tasso di disoccupazione nella fascia di età 15-24 anni, ovvero l'incidenza dei giovani disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, è stabile al 36,9%.
Le attese, elaborate in un sondaggio Reuters, indicavano il tasso di disoccupazione all'11,6%, con una forchetta tra l'11,8% e l'11,5%.
A maggio il tasso di occupazione risulta al 57,1%, in aumento rispetto al 57% di aprile (rivisto da 56,9%); si tratta del livello più alto da marzo 2011. Gli occupati - 22,677 milioni - sono in aumento dello 0,1% rispetto ad aprile (+21.000), e salgono dell'1,3% su base annua (+299.000).
Secondo Istat l'aumento degli occupati su base congiunturale "è attribuibile alla componente femminile e riguarda i dipendenti (+11mila i permanenti, +37mila quelli a termine) mentre calano gli indipendenti (-28mila)", e su base tendenziale "è interamente attribuibile ai dipendenti, sia permanenti (+1,7%, pari a +248mila) sia a termine (+3,5%, pari a +81mila), mentre sono in calo gli indipendenti".
Soddisfatto il premier Matteo Renzi, che su Twitter commenta: "Con i dati #Istat di oggi siamo a 497mila posti di lavoro in più da febbraio 2014. Il #jobsact sta creando lavoro stabile #avantitutta".
Nel mese di maggio il numero di inattivi registra un calo, riguardante esclusivamente alle donne, e segna -0,2% (-27.000) nel confronto con aprile e -2,2% (-305.000) rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività scende rispetto al mese prima di 0,1 punti percentuali, al 35,3%.
Guardando al periodo marzo-maggio, secondo i dati Istat, "l’aumento degli occupati (+0,4%, pari a +101mila) è associato ad un calo dei disoccupati (-1,1%, pari a -32mila) e degli inattivi(-0,9%, pari a -121mila)".
Nel marzo 2015 è entrato in vigore il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti previsto dal Jobs Act, che non prevede la reintegra in caso di licenziamento economico.
Lo scorso anno, inoltre, le imprese che hanno assunto in maniera stabile hanno potuto contare su sgravi contributivi fino a 8.000 euro annui per tre anni, mentre nel 2016 possono beneficiare di una riduzione dei contributi al 40% per 24 mesi.