di Giulio Piovaccari
MILANO/ROMA (Reuters) - L'Italia si conferma in deflazione in marzo, pur con un lieve miglioramento del quadro rispetto al mese precedente.
Secondo i numeri preliminari dell'Istat, l'indice nazionale (Nic) dei prezzi al consumo è sceso dello 0,2% tendenziale, rispetto al -0,3% del mese precedente. Le attese degli economisti indicavano un dato stabile a -0,3%. Su base congiunturale il Cpi sale dello 0,2% dopo il -0,2% di febbraio; in questo caso le stime erano per un +0,1%.
"Il marginale miglioramento rispetto a febbraio può ricondursi alla lieve risalita dei prezzi delle materie prime, quindi dei carburanti, e al fatto che la Pasqua è caduta in marzo" osserva l'economista di Unicredit (MI:CRDI) Loredana Federico.
L'inflazione di fondo (al netto di beni energetici e alimentari freschi) sale a 0,6% da 0,5%. L'inflazione acquisita per il 2016 passa a -0,4% da -0,6% registrato in febbraio.
L'Istat spiega che "la persistenza del calo tendenziale" risente dell'ulteriore flessione dei prodotti energetici, in particolare quelli non regolamentati (-11,2%), pur con l'inversione di tendenza della componente trasporti (+0,5%).
Per quel che riguarda i dati armonizzati (indice Ipca) in marzo si registra una contrazione dello 0,3% su anno, da -0,2% di febbraio, su stime per -0,2%. Su mese c'è un incremento del 2,0%, dopo il -0,4% di febbraio, su stime per +2,2%.
TAGLIO TARIFFE PESERÀ SU INFLAZIONE APRILE
Paolo Pizzoli di Ing spiega che "senza grosse pressioni né dal mercato del lavoro né dai consumi, nel breve si rimane esposti alla volatilità della componente energetica".
"Sicuramente in aprile si sconterà l'effetto del taglio delle tariffe, che potrebbe essere solo in parte compensato, ma è tutto da verificare, dalla tendenza all'aumento dei prezzi della benzina alla pompa", aggiunge l'economista, secondo cui anche il mese prossimo l'inflazione italiana resterà sotto zero.
Ieri l'Autorità per l'energia ha annunciato che dal primo aprile le tariffe elettriche scenderanno del 5% mentre quelle del gas del 9,8%.
Unicredit stima un'inflazione media dello 0,1% per il 2016 dello 0,1% (con un tasso allo 0,5% a fine anno) e dell'1,2% per il 2017; secondo la banca un'apprezzabile inversione di rotta non si dovrebbe comunque avere prima di settembre.
"Per ora sono solo previsioni, ma l'effetto combinato del possibile recupero dei prezzi petroliferi e del venire meno della fase di impasse congiunturale vista nella prima parte dell'anno dovrebbe in teoria favorire una ripresa dei prezzi dall'estate in poi", conclude Pizzoli.
-- Ha collaborato Giuseppe Fonte