Investing.com – Secondo i dati dell’indagine condotta da Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane risulta che, nel 2012, le famiglie monocomponente sono il 28,3% delle famiglie, in costante aumento dal 24,9% del 2010 e dal 16,1% del 1991, mentre sono diminuite le coppie con e senza figli; è inoltre aumentata la percentuale di famiglie con capofamiglia nato all’estero,9,4% nel 2012, contro l’8,6% del 2010 e l’1,1% del 1991.
Sono peggiorate tra il 2010 ed il 2012 le condizioni economiche dichiarate dalle famiglie con valutazioni relative all’andamento del mercato, anche peggiori dei dato obiettivi di mercato, con particolare riguardo alle aspettative relative al mercato immobiliare.
Il calo del reddito familiare è stato, nel biennio 2010-2012, del 7,3%, la ricchezza media è scesa del 6,9% ed è stata accompagnata da un basso livello di fiducia delle famiglie, tuttora perdurante.
La misura pro-capite del reddito che tiene conto della struttura e della dimensione della famiglia,(reddito equivalente) è stata di circa 1.500 euro al mese (17.800 euro all’anno), con una oscillazione che va da una componente più alta (2.700 euro mese) per i dirigenti, ad una componente più bassa di 950 euro/mese per gli individui nati all’estero, i residenti al Sud e gli operai; nella media di circa 1900 euro al mese si collocano gli impiegati seguiti a 1700 euro al mese di lavoratori autonomi e pensionati.
La perdita di reddito equivalente è stata più accentuata fra i lavoratori indipendenti che sono passati da un indice di 144% ad uno di 138% della media, stabile invece a 109 l’indice dei dipendenti e a 91 quello delle persone in condizione non professionale.
In aumento solo l’indice relativo ai pensionati che aumenta dal precedente 108 all’attuale 114; la flessione quindi ha interessato tutte le classi sociali ad esclusione degli anziani.
Nell’arco del passato ventennio il reddito equivalente degli anziani è passato dal 95 % al 114% della media generale mentre quello delle classi d’età più giovani si è abbassato significativamente con diminuzioni del 15% per quelle comprese fra i 19 ed i 35 anni , e del 12% per quelle comprese fra i 35 ed i 44 anni.
E’ continuato il trend di concentrazione dei redditi portandosi al 33,3% dal 32,9% del 2010 e 32,7% del 2008, mentre la quota di individui poveri ( aventi reddito inferiore alla metà della mediana del reddito medio di ciascun anno) è risultata del 14,1% , con punte del 24,7% nel Mezzogiorno e di oltre il 30% per i nati all’estero.
La ricchezza familiare netta risultante dalla differenza fra tutte le attività (depositi, titoli di stato, azioni, immobili,aziende e oggetti) e le passività ( mutui ed altri debiti) evidenzia un valore medio per la famiglia che occupa una posizione centrale nella distribuzione della ricchezza pari a 143.300 euro.
Il 10% delle famiglie più ricche, possiede il 46,6% della ricchezza netta familiare totale, ne possedeva il 45,7% nel 2010, la quota di famiglie con ricchezza negativa è aumentata sino al 4,1% rispetto al 2,8% del 2010.
La quota di famiglie indebitate e di poco superiore al 25%, in leggera diminuzione rispetto all’ultima rilevazione, e riguarda principalmente famiglie dal reddito medio alto con capofamiglia di età inferiore ai 55 anni , lavoratore autonomo ed è dovuta soprattutto a mutui per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili.
Vulnerabilità finanziaria , riscontrabile da una rata di rimborso dei prestiti superiore al 30% del reddito disponibile, si riscontra nel 13,2% delle famiglie indebitate, corrispondente al 2,6% del totale delle famiglie; il fenomeno è in aumento rispetto al passato in cui le percentuali erano rispettivamente del 10,1% e del 2,2%.