Investing.com - Secondo i dati pubblicati questo martedì, l’attività del settore dei servizi nel Regno Unito ha segnato una crescita al un tasso più lento di oltre tre anni; salgono i timori sullo stato di salute dell’economia britannica, considerato il fatto che l’80% del PIL è generato appunto dal settore terziario.
Nel report dell’agenzia di ricerche di mercato Markit si legge che l’indice destagionalizzato dei direttori acquisti Markit/CIPS per il settore dei servizi britannico è sceso a 52,3 il mese scorso da una lettura di 53,5 a maggio.
Gli analisti avevano previsto un aumento a 52,5 per giugno.
Un livello superiore a 50,0 indica un’espansione dell’attività, mentre un livello inferiore a 50,0 indica una contrazione.
Markit ha dichiarato che l’89% dei sondaggi PMI è stato inviato prima del voto con il quale il Regno Unito ha deciso di lasciare l’UE, con la cosiddetta Brexit.
Commentando il report, Chris Williamson, capo economista del gruppo di ricerche di mercato Markit, ha dichiarato che “l’indice PMI di indica che il ritmo della crescita economica è rallentato di solo lo 0,2% nel secondo trimestre, con un calo a giugno per via dell’ansia scatenata dalla Brexit”.
Gli esperti hanno avvisato che un ulteriore rallentamento, o addirittura una contrazione, è “molto probabile nei prossimi mesi a causa del clima di incertezza creato dal referendum sull’UE”.
Williamson ha aggiunto che l’indice PMI è generalmente associato con il taglio di interesse della Banca d’Inghilterra.
“È molto improbabile che i policymakers debbano attendere ulteriori dati prima di rilasciare nuove misure di stimolo”, ha aggiunto, concludendo che si prevedono misure di stimolo “nelle prossime settimane”.