di Luca Trogni
MILANO/ROMA (Reuters) - Il Pil italiano cala ancora, meno di quanto si temeva dopo la gelata settembrina della produzione {ID:nL6N0T02MS], ma cala ancora. Con il terzo trimestre 2014 sale così a 13 il numero dei trimestri senza crescita in Italia. E con una variazione acquisita per il 2014 a -0,3% che difficilmente si assottiglierà nell'ultimo trimestre dell'anno.
In un quadro che rimane desolante la novità positiva, che dovrà essere confermata dai dati Istat più dettagliati di inizio dicembre, è il ritorno alla crescita dell'export netto , storico driver dell'economia nazionale.
"È un fattore che contribuisce all'uscita dalla recessione. L'indebolimento dell'euro ha influito solo a settembre, nei prossimi mesi dovrebbe favorire maggiormente il rilancio delle esportazioni. Il dato odierno probabilmente è stato sostenuto dai segnali di stabilizzazione nei paesi, come Francia e Germania, che avevano sofferto nel trimestre precedente" commenta Stefania Tomasini, economista di Prometeia, con riferimento al +0,3% del Pil francese e al +0,1% della Germania.
In Italia la contrazione è stata dello 0,1% su base congiunturale e 0,4% a perimetro tendenziale ben sotto la media Ue che si attesta rispettivamente a +0,3 e a +1,3%.
A pesare, come afferma Istat, anticipando qualitativamente un commento sulle componenti, è la domanda interna non sufficientemente compensata dal rimbalzo dell'export netto.
Mentre i consumi hanno mostrato recentemente una stabilizzazione legata a un reddito reale disponibile sostenuto dall'assenza di inflazione, gli investimenti rimangono la nota più stonata tra le componenti del Pil italiano.
"Le cadute più forti sono state negli investimenti e nelle scorte, gli imprenditori per ora non si sono fidati dell'ipotesi di uscita dalla recessione. Gli imprenditori non investono se non si aspettano una ripresa della domanda, interna ed estera. Bisognerà aspettare il prossimo anno" prevede Tomasini.
Per un'inversione di tendenza della fiducia e del contesto in cui operare la speranza rimane riposta nella concreta attuazione delle riforme annunciate dal governo Renzi. "Il governo sta spingendo su riforme importanti, su lavoro e giustizia, e potrebbe dare garanzie sulle Abs mezzanine. Sarebbero passi importanti" commenta Alberto Gallo di Rbs.
Sulla stessa lunghezza d'onda Daniele Antonucci di Morgan Stanley che si aspetta un ulteriore indebolimento almeno sino ai primi mesi del 2015, ma che è pronto ad una posizione più bullish di fronte alle riforme. Attuate.
- hanno collaborato Antonella Cinelli da Roma, Elvira Pollina e Sara Rossi da Milano