ROMA (Reuters) - L'aumento del numero dei lavoratori in Italia, soprattutto quelli dipendenti, nel 2015, è dovuto più agli sgravi contributivi che alle nuove regole introdotte col cosiddetto Jobs Act.
A dirlo è oggi l'Istat nella sua nota mensile sull'andamento dell'economia, citando le risposte date dalle stesse imprese che hanno assunto personale tra gennaio e novembre dello scorso anno.
Nel 2015 l'aumento delle "unità di lavoro", come le chiama l'istituto di statistica, è stato dello 0,8% su anno, che diventa 1,3% tenendo conto solo dei dipendenti. Una "crescita moderata", come la definisce l'Istat, che per la metà delle imprese manifatturiere che hanno assunto è dovuta soprattutto agli esoneri contributivi.
Nel terziario il peso degli sgravi è ancora più forte: è stata molto o abbastanza rilevante per il 61% delle aziende, soprattutto nel settore della comunicazione e del tursimo.
Anche il Jobs Act, che introduce il nuovo contratto a tutele crescenti, ha contribuito, ma in misura minore, alla crescita dell'occupazione.
"Tra le imprese della manifattura che hanno fatto ricorso a nuovo personale, esso è stato giudicato molto o abbastanza importante ai fini dell'assunzione dal 35% delle imprese, soprattutto nel settore dei mezzi di trasporto", dice Istat, aggiungendo che nei settori della comunicazione e del turismo la percentuale sale però al 49,5%.
Meno importante invece il ruolo dell'agevolazione Irap.