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Tassi Bce: Impensabile che Lagarde tagli anche a luglio. I commenti degli analisti

Pubblicato 07.06.2024, 10:24
© Reuters

Investing.com – Nessuna sorpresa e nessuna emozione dalla riunione Bce del 6 giugno. La discesa dei tassi è iniziata con il pronosticato taglio di 25 punti base e la presidente Christine Lagarde ha reagito come un muro di gomma alle domande dei giornalisti ansiosi di carpire anche un minimo indizio sulla futura traiettoria della politica monetaria. A far rumore è stata solo la revisione al rialzo delle stime sull’inflazione. E allora è lecito aspettarsi che dopo il primo taglio arrivi subito una pausa a luglio? Ecco cosa ne pensano gli analisti.

Michele Sansone, country manager di iBanFirst Italia

I tassi di inflazione che superano le previsioni sono da imputare all’aumento dei salari, a una crescita più importante rispetto a una più bassa produttività e all'inflazione persistente nel settore dei servizi. Rispetto agli Stati Uniti, gli aumenti salariali non sono compensati da una maggiore produttività. Questo spiega la cautela della BCE.

Anche se dipenderà molto dai prossimi dati sull'inflazione, è ipotizzabile un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base a settembre. Tuttavia, con l'inflazione che potrebbe diventare più volatile nei prossimi trimestri, è probabile che il ciclo di allentamento monetario resti irregolare.

In passato, la banca centrale si è dimostrata più incline ad abbassare o aumentare i tassi ad ogni riunione. Ora, dipenderà dalle statistiche mensili ("data-dependent") e anche dall'atteggiamento della Federal Reserve americana, anche se Christine Lagarde non lo ammette. La prima pausa arriverà a luglio, poiché un taglio dei tassi in quel periodo è impensabile.

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte


A domanda specifica sul come spiegare il taglio di oggi malgrado la revisione al rialzo delle stime sull'inflazione, Christine Lagarde ha puntualizzato come oggi la BCE nutra maggiore fiducia nella robustezza delle stime formulate. Lo scenario macroeconomico di base delineato è il seguente:

  • L’inflazione calerà verso il target del 2% nella seconda parte del 2025, complice una più moderata crescita dei salari attesa per quest'anno, grazie soprattutto al fatto che i profitti aziendali stanno assorbendo parte degli incrementi.
  • La crescita sarà supportata da esportazioni più forti nei prossimi trimestri.

Lagarde ha ribadito più volte che le future mosse di politica monetaria dipenderanno dall’andamento dei dati, con riferimento sia alla velocità sia al timing dei tagli.

Di fronte alla revisione al rialzo delle stime sull’inflazione, gli operatori hanno reagito mantenendo in vita l'ipotesi di altri due tagli entro la fine dell’anno, tra settembre ed ottobre.

Di fatto quindi si consolida l'ipotesi secondo cui la BCE non effettuerà un ulteriore taglio nel corso della riunione del 18 luglio.

La riunione della BCE e la successiva conferenza stampa hanno aggiunto relativamente poco rispetto alle attese già consolidate degli operatori, con una marginale revisione al rialzo delle stime di inflazione rispetto alle attese, soprattutto per il 2025.

La parola passa ora ai prossimi dati macro USA, a partire da quelli sul mercato del lavoro di domani e dell'inflazione di maggio, in pubblicazione il prossimo mercoledì. Per quanto concerne invece l'area Euro, importante sarà la dinamica delle componenti energetiche (in particolare il gas) durante l'estate, in corrispondenza della fase di ricostituzione delle scorte di gas.

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Frederik Ducrozet, Head of Macroeconomic Research di Pictet Wealth Management

Come ampiamente previsto, la BCE ha tagliato i tassi di riferimento di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 3,75%. In prospettiva, il Consiglio direttivo si atterrà all'approccio “riunione per riunione” per le future decisioni sui tassi, poiché la banca centrale ha bisogno di più dati per “confermare costantemente il percorso disinflazionistico”, secondo quanto dichiarato da Christine Lagarde. È stato inoltre confermato che il reinvestimento dei pagamenti del capitale del PEPP sarà ridotto della metà, come previsto, a partire da luglio.

Le revisioni al rialzo delle proiezioni sull'inflazione dello staff per il 2024 e il 2025, sia per l'inflazione complessiva che per quella di fondo, non sono state sufficienti a impedire un taglio che era già stato comunicato ai mercati.

In prospettiva, la recente crescita appiccicosa dell'inflazione da servizi e dei salari, unita alle previsioni di inflazione più elevate dello staff, chiudono la porta a un altro taglio dei tassi a luglio, in linea con il nostro scenario. A meno di sorprese importanti nei dati in arrivo, manteniamo la nostra opinione che la BCE riprenderà i suoi tagli nella riunione di settembre. In realtà, si potrebbe sostenere che le previsioni di inflazione più elevate abbassano la soglia di un taglio a settembre, in quanto è più probabile che le previsioni dello staff siano sorprese al ribasso dai dati in arrivo, soprattutto alla luce dell'affievolirsi degli effetti delle passate festività pasquali e degli effetti una tantum tedeschi sulla dinamica dei prezzi.

Antonella Manganelli, AD di Payden & Rygel Italia


La riunione della BCE ha portato innanzitutto il primo, atteso e ben telegrafato, taglio di 25 punti base ai tassi di deposito. Il mercato, però, lo sta già definendo “il taglio falco”. Perché?

In primis, la Banca Centrale ha fatto molta attenzione a non prendersi alcun impegno preliminare su decisioni future di politica monetaria, ribadendo la dipendenza dai dati delle prossime mosse e un approccio che possiamo definire “una riunione alla volta”.

Particolarmente interessante per gli osservatori è stata poi la revisione ai dati di proiezione macro: in una seduta che ha consegnato un taglio, l'inflazione è stata rivista al rialzo del 2,5% quest'anno, rispetto al 2,3% precedentemente stimato. Anche la previsione sulla crescita è stata rivista al rialzo ben dello 0,3%, per arrivare allo 0,9% nel 2024.

A specifica domanda sul tema, Christine Lagarde ha commentato che l'inflazione è comunque rallentata abbastanza da consentire la mossa al ribasso sui tassi, ma il messaggio è stato chiaro: i tassi rimarranno probabilmente in zona restrittiva per un certo periodo di tempo. La nostra opinione è quindi che non ci saranno tagli in rapida successione e che ragionevolmente la BCE manterrà un occhio attento anche alle altre banche centrali, Fed su tutte, al fine di monitorare le dinamiche delle condizioni monetarie nel mondo.

Sulle reazioni di mercato: il taglio era ampiamente previsto, ma il mercato ne sta dando un’interpretazione leggermente falco, per l’appunto. Mentre scriviamo, stiamo vedendo i rendimenti a scadenza in modesto rialzo. Stabile l'euro.

Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR


La decisione era attesa dal mercato, in quanto ampliamente preannunciata dalla maggior parte dei membri del Governing Council. Detto questo, dopo il primo taglio, rimane dubbio quale sarà il percorso. La Bce rimane strettamente dipendente dai dati nella determinazione delle prossime decisioni di politica monetaria e non esprime alcun impegno preventivo. Le prossime decisioni rimangono dipendenti dall’outlook di inflazione, dalle dinamiche della componente meno volatile di inflazione (inflazione core) e dal meccanismo di trasmissione di politica monetaria.

Le proiezioni macroeconomiche dello staff della Bce mostrano una crescita del Pil maggiore nel 2024 rispetto alle stime presentate a marzo, rispecchiando gli ultimi dati di crescita economica. Allo stesso tempo, le proiezioni di inflazione sono state riviste al rialzo sia per quest’anno sia per il prossimo. Queste stime potrebbero portare la Bce a essere maggiormente cauta, limitando lo spazio per ulteriori tagli, in quanto secondo le stime l’inflazione è prevista rimanere in media superiore rispetto al target del 2% fino al 2026.

Guardando agli ultimi dati sull’economia dell’eurozona, tuttavia, è evidente che il valore dell’inflazione si stia stabilizzando, ma a un livello superiore rispetto al target della Bce del 2%. Lagarde dice inoltre che l’inflazione dovrebbe rimanere costante intorno al livello attuale per tutto l’anno e decrescere verso il target solo dalla seconda metà del 2025.

Date tali considerazioni, è lecito attendersi che il ciclo dei tagli da parte della Bce non sarà particolarmente aggressivo e potrebbe non essere continuo, ma intervallato da alcuni meeting di pausa.

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Alberto Biscaro, CFA, Portfolio Manager, Quaestio SGR

La BCE anticipa, per una volta, la FED e si muove per prima nell’allentamento monetario, del resto le due economie continuano a muoversi a velocità molto diverse ed una maggiore tempestività in Europa è giustificabile. Si tratta di una mossa ampiamente attesa dagli investitori, i quali nei giorni scorsi si interrogavano, infatti, più che sul taglio in sé, soprattutto su quale sarebbe stato il tono della comunicazione della Lagarde e le relative implicazioni per i prossimi mesi. In questo senso, il taglio di oggi viene bilanciato da componenti hawkish quali: la revisione verso l’alto delle stime di crescita ed inflazione (che impiegherà quindi più tempo a rientrare verso il target), nonché l’assenza di ogni riferimento ad intraprendere un percorso più continuo di riduzione del costo del denaro.

Kaspar Hense, BlueBay Senior Portfolio Manager, Investment Grade, RBC BlueBay

Come previsto, la Bce ha tagliato i tassi portandoli al 3,75% dopo aver raggiunto il livello più alto dalla sua esistenza per oltre un semestre. Anche se l'inflazione headline è scesa in modo significativo, non ci aspettiamo che a questa decisione faccia seguito un ciclo di tagli. Sebbene l'Europa sia stata colpita ancora di più dall'aumento dei prezzi del gas dopo l'invasione russa in Ucraina, questi effetti di base si sono attenuati notevolmente.

Da un lato, riteniamo che la crescita rimarrà solida quest'anno, grazie al reddito reale che sta diventando positivo e alle aspettative di una maggiore unità fiscale dopo le elezioni dell'UE nel secondo semestre. Dall'altro lato, tuttavia, riteniamo che il tasso di disoccupazione rimarrà basso, o addirittura scenderà da qui in avanti, con le spese militari (e in alcuni casi il servizio militare obbligatorio) che faranno scendere ulteriormente il tasso di disoccupazione giovanile. Secondo le nostre previsioni, l'inflazione core rimarrà intorno al 2,5% nei prossimi 12 mesi.”

Monica Defend, responsabile dell'Amundi Investment Institute


La BCE ha evitato di sorprendere il mercato comunicando il primo del ciclo di taglio dei tassi. I recenti dati sull'inflazione dell'Eurozona indicano che non è necessario che la banca centrale tagli di nuovo nella prossima riunione in calendario a luglio, ma pensiamo che un altro allentamento potrebbe arrivare a settembre.

La vera domanda è quanto la BCE possa divergere dalla Federal Reserve. Riteniamo che il margine di divergenza sia limitato, poiché i segnali che stanno emergendo in merito al rallentamento degli Stati Uniti daranno alla Fed un margine di manovra più ampio.

Questo è il nostro scenario di base e significa che riteniamo che il rischio di importare inflazione sarà minimo. Tuttavia, qualsiasi divergenza politica che si protragga nel tempo potrebbe avere delle ricadute sul mercato dei cambi.

Ann-Katrin Petersen, Chief Investment Strategist Germania, Austria, Svizzera ed Est Europa BlackRock (NYSE:BLK) Investment Institute

Non si sa ancora quale sarà il ritmo dei tagli successivi. Lagarde ha ribadito che la BCE seguirà un “approccio dipendente dai dati, riunione per riunione”, ma ha segnalato che è improbabile che il prossimo taglio arrivi prima di settembre.

Non crediamo che la BCE effettuerà tagli rapidi e consistenti. Non si tratta di un ritorno al mondo che conoscevamo un tempo, in cui l'inflazione era costantemente ben al di sotto dell'obiettivo del 2%. Con un mercato del lavoro ancora rigido e una produttività debole, le pressioni interne sui prezzi potrebbero mantenere l'inflazione vicina o superiore al 2%. Dato che la BCE ha alzato i tassi a livelli altamente restrittivi, un ritmo costante di tagli dei tassi nei prossimi trimestri lascerebbe ancora la politica a pesare sulla crescita. Questo anche dopo aver tenuto conto di quello che probabilmente ora è un tasso neutro più alto a causa di cambiamenti strutturali.

La BCE ha modificato la sua posizione prima che sia certo il futuro della politica monetaria negli Stati Uniti, dove i progressi dell'inflazione sono stati più lenti e anche un altro rialzo dei tassi non è del tutto escluso. Il ritmo di ulteriori tagli della BCE potrebbe essere influenzato anche dai tassi di interesse statunitensi.

È improbabile che la riunione della BCE sorprenda i mercati. I mercati erano già scettici riguardo ai tagli della BCE. Gli investitori dovrebbero tenere a mente il quadro generale: i tassi rimarranno probabilmente strutturalmente più alti rispetto a prima della pandemia, sostenendo l'appeal del reddito. Siamo tatticamente neutrali sui titoli di Stato dell'area dell'euro, poiché il percorso politico rimane incerto. Rispetto agli Stati Uniti, vediamo un sostegno per le obbligazioni europee grazie ai minori deficit fiscali. Privilegiamo i titoli statunitensi rispetto a quelli europei grazie agli utili societari più solidi e al tema dell'AI.

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Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm


La Banca Centrale Europea ha annunciato il primo taglio dei tassi in circa cinque anni, un giorno dopo che il Canada, primo tra i Paesi del G7, ha ridotto i propri tassi di riferimento.

Con questo taglio di 25 punti base, l’Eurotower ha anticipato la Fed nel percorso del taglio dei tassi, una decisione motivata dal fatto che l’obiettivo dell’Eurozona dell’inflazione al 2% sembra essere raggiungibile.

Questo adeguamento porta il tasso sui depositi al 3,75%, le operazioni di rifinanziamento marginale al 4,5% e il tasso di rifinanziamento principale al 4,25%.

È significativo che Francoforte abbia rivisto le proprie proiezioni economiche, indicando ora un'inflazione del 2,5% nel 2024 (rispetto a una stima iniziale del 2,3%), del 2,2% nel 2025 (contro la previsione del 2%) e dell'1,9% nel 2026 (in linea con i pronostici precedenti).

In particolare, la BCE non ha indicato una tempistica per ulteriori tagli dei tassi, scegliendo invece di affidarsi ai dati come guida. Si può prevedere che l’Eurotower preferirà mantenere un approccio prudente e ragionevole, concentrandosi sulle prospettive inflazionistiche e sui dati a esse relativi per orientare eventuali azioni future anziché impegnarsi con delle scadenze fisse.

Guardando Oltremanica, invece, i mercati non si aspettano un taglio dei tassi da parte della Bank of England fino a settembre.

Felix Feather, Economista di abrdn


La BCE è la prima banca centrale dei mercati sviluppati a tagliare i tassi d'interesse dopo l'ondata di rialzi del 2022-23.

La mossa non ha sorpreso né gli economisti né i mercati finanziari, poiché la decisione era stata fortemente segnalata nelle comunicazioni del Consiglio direttivo dopo l'ultima riunione di politica monetaria di aprile.

Con un taglio già effettuato, l'attenzione si sposta ora sulla possibile traiettoria di ulteriori tagli nel corso delle prossime riunioni.

Su questo fronte, i funzionari non si sbilanciano, sottolineando la dipendenza dai dati e la flessibilità. In effetti, la dichiarazione sulla decisione di politica monetaria è stata chiara: "il Consiglio direttivo non intende pre-impegnarsi a seguire un particolare percorso dei tassi”.

All'atto pratico, l'approccio dipendente dai dati sarà probabilmente cauto. La BCE disporrà di pochi dati aggiuntivi prima della riunione di luglio. In particolare, non saranno disponibili i dati sulla crescita dei salari per il secondo trimestre. Pertanto, riteniamo che la rinnovata enfasi sulla dipendenza dai dati sia coerente con il nostro auspicio che il tasso di deposito sia mantenuto al 3,75% a luglio.

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments


La BCE ha confermato il primo taglio dei tassi di 25 punti base, già preannunciato nelle scorse settimane sia dalla Presidente Lagarde che da numerosi membri del Comitato. Le previsioni per crescita ed inflazione sono state marginalmente aumentate, nonostante i progressi compiuti, mentre le pressioni sui prezzi interni ancora “forti” e i salari “elevati”, daranno la possibilità, se necessario, di mantenere la politica a livelli “significativamente” restrittivi e all’interno di una guidance accomodante.

Sebbene i salari siano un indicatore molto ritardato dell'inflazione, alcuni membri del comitato vorranno vedere progressi significativi prima di procedere con un altro aggiustamento dei tassi. Altri, invece, vorrebbero che anche la Federal Reserve inizi il ciclo di normalizzazione prima di che sia troppo tardi.

Tomasz Wieladek, capo economista europeo di T. Rowe Price



Il taglio dei tassi era pienamente prezzato e ampiamente atteso dai mercati finanziari. È importante notare che la Bce ha dichiarato che non si impegna a seguire un particolare percorso dei tassi. Ciò significa che non c'è alcun impegno a ulteriori tagli dei tassi quest'anno.
I dati recenti hanno superato le aspettative della Bce e dei mercati in merito alla pressione inflazionistica sull'economia.

Rispetto alle proiezioni di marzo, l'inflazione per il 2024 e il 2025 è stata rivista al rialzo. Questa revisione è stata più ampia di quanto previsto dal consenso degli economisti. Tuttavia, la Bce continua a prevedere un'inflazione dell'1,9% nel 2026, subordinata all'attuale percorso di mercato dei tassi di interesse. In altre parole, l'attuale aspettativa del mercato di diversi tagli fino a un tasso del 2,5% è ancora prevista dalla Bce per un'inflazione leggermente inferiore all'obiettivo. Sebbene le previsioni siano state riviste al rialzo, e quindi segnalino il riconoscimento di una maggiore persistenza dell'inflazione nei dati, le previsioni per il 2026 continuano a indicare che, a condizione di ulteriori tagli, l'inflazione sarà dell'1,9% nel 2026. Ciò è coerente con la previsione di ulteriori tagli dei tassi dopo questa riunione. Tuttavia, le revisioni delle previsioni indicano che un'ulteriore forza inattesa dell'inflazione dei servizi potrebbe rallentare o far deragliare in modo significativo ulteriori tagli dei tassi della Bce.

Nella conferenza stampa, la Presidente Lagarde ha fornito un quadro misto dei dati. Ha affermato che l'inflazione sottostante continua a scendere nei dati sull'inflazione IAPC di aprile. Ha inoltre sottolineato che le imprese stanno iniziando a tenere conto della crescita dei salari nei loro margini. Infine, ha sottolineato che la decisione odierna è stata presa sulla base della fiducia del Consiglio direttivo nelle previsioni. Tuttavia, come abbiamo visto oggi, le previsioni possono cambiare in modo sostanziale quando la Bce si trova di fronte a significative sorprese al rialzo nella crescita dei salari e nell'inflazione dei servizi.

Le previsioni future determineranno quindi se la Bce effettuerà ulteriori tagli quest'anno. Ma è difficile dire come si evolveranno le previsioni della Bce in futuro. Sebbene la Presidente Lagarde abbia affermato che la strada da percorrere sarà accidentata, queste previsioni cambieranno con i dati futuri.

Ritengo che la Bce finirà per effettuare altri due tagli quest'anno. La possibilità di ulteriori sorprese a breve termine rispetto alle loro previsioni è alta. Tuttavia, i mercati non dovrebbero aspettarsi alcuna forward guidance. Tutti i futuri tagli dei tassi di quest'anno saranno probabilmente da falco. Tuttavia, questo approccio puramente dipendente dai dati significa anche che la Bce potrebbe facilmente tagliare meno di due volte. Forse assisteremo a un solo altro taglio verso la fine dell'anno, se l'inflazione rimarrà molto più persistente del previsto.

Salman Ahmed, Global Head of Macro and Strategic Asset Allocation di Fidelity International

Il Consiglio Direttivo ha giustificato la moderazione del grado della politica di restrizione sulla base della maggiore fiducia nel processo di disinflazione e del rafforzamento della trasmissione monetaria. Le previsioni sulla crescita sono state riviste al rialzo di 30 punti base per il 2024, in linea con i segnali di ripresa che abbiamo notato anche noi attraverso i nostri tracker proprietari dall'inizio dell'anno, ma la crescita complessiva rimane inferiore al trend. Anche le previsioni sull'inflazione sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025, mentre quelle per il 2026 sono rimaste invariate rispetto al target.

Tuttavia, la BCE si è astenuta dall'impegnarsi a effettuare ulteriori tagli futuri mantenendo una posizione data dependent. Probabilmente i membri del Consiglio rimarranno cauti, alla luce delle recenti sorprese al rialzo sui salari e sull'inflazione. Pertanto, un taglio a luglio sembra chiaramente fuori discussione. La traiettoria dei tassi della BCE dipenderà, da qui in avanti, dall'evoluzione dei dati e dalla Fed, che a nostro avviso non effettuerà tagli quest'anno data la persistenza dell'inflazione statunitense.

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