MILANO (Reuters) - Piazza Affari chiude invariata la prima seduta dopo le festività pasquali, zavorrata dai titoli bancari.
Più in generale gli investitori hanno preferito tenere un atteggiamento prudente in attesa del discorso del presidente della Federal Reserve Janet Yellen, che potrebbe dare qualche indicazione sul rialzo dei tassi negli Stati Uniti.
L'indice FTSE Mib ha chiuso a +0,03%, l'AllShare a -0,14%. Volumi per un controvalore di circa 2 miliardi di euro.
Il benchmark europeo FTSEurofirst 300 avanza dello 0,42%.
Pesante il comparto bancario (-0,9%), con l'eccezione di INTESA SANPAOLO che ha guadagnato l'1,08. POP MILANO, BANCO POPOLARE (MI:BAPO) e POP EMILIA hanno lasciato sul terreno oltre il 3,5%, UNICREDIT (MI:CRDI) ha archiviato la seduta in ribasso del 2,7%.
MONTEPASCHI ha perso il 4,78% nel giorno in cui Carige ha confermato un'offerta del fondo Apollo per l'acquisto dei suoi crediti in sofferenza compensando gli effetti con un aumento di capitale da 550 milioni che porterebbero il fondo a conquistare la maggioranza assoluta dell'istituto. "Probabilmente gli investitori stanno ragionando sul valore che Apollo attribuisce ai Npl di Carige per poi trasferire il calcolo sulle sofferenze di Mps e sulle eventuali minusvalenze che ne deriverebbero", dice un operatore.
Tonica CARIGE (+4,8%) sostenuta dall'appeal speculativo.
POSTE ITALIANE ha lasciato sul terreno l'1,71% zavorrata, secondo un trader, dalla prospettiva che entro l'anno il Tesoro scenda al 35% dall'attuale 65%.
EXOR (MI:EXOR) è salita dell'1,28%: al termine dell'ultima seduta prima della pausa pasquale la holding aveva annunciato un'operazione per ridurre il debito.
Tonica anche FIAT CHRYSLER.
CNH (MI:CNHI) INDUSTRIAL ha perso poco oltre l'1%, penalizzata da un accantonamento di 500 milioni di dollari.
Giù SAIPEM (MI:SPMI), risentendo anche della discesa dei prezzi del greggio. ENI (MI:ENI) ha invece chiuso piatta.
Tra le small e mid cap, WASTE ITALIA e BIANCAMANO hanno chiuso in deciso ribasso dopo che la prima ha annunciato di aver avviato negoziati per rinviare la fusione.