ROMA (Reuters) - L'elevato rapporto tra debito pubblico e Pil "rimane un vincolo stringente" e come tale il governo non può più ritardare "una strategia rigorosa e credibile" per la sua riduzione nel medio termine.
Leggendo le considerazioni finali all'assemblea di Bankitalia, il governatore Ignazio Visco avverte che nel 2019 l'incidenza del debito sul reddito nazionale potrebbe essere superiore all'obiettivo del governo, che include "incassi da privatizzazioni per circa 18 miliardi".
Nelle proiezioni dell'esecutivo, il debito dovrebbe salire dal 132,2% del 2018 al 132,6% quest'anno.
Secondo Visco, "bisogna contrastare il rischio di un ulteriore ampliamento della differenza tra l'onere del debito e il tasso di crescita del Pil", perché "solo un'attenta disciplina di bilancio" può far risalire la fiducia nel mercato dei titoli pubblici.
Di converso, aumentare l'indebitamento "alla ricerca di un sollievo congiunturale" può rivelarsi "poco efficace, addirittura controproducente qualora determini un peggioramento delle condizioni finanziarie e della fiducia delle famiglie e delle imprese".
"Il rischio di una 'espansione restrittiva' non è da sottovalutare", prosegue il governatore. "L'effetto espansivo di una manovra di bilancio può essere più che compensato da quello restrittivo legato all'aumento del costo dei finanziamenti per lo Stato e per l'economia".
Secondo le valutazioni del governatore la debolezza della crescita dell'Italia negli ultimi vent'anni non è dipesa né dall'Unione europea né dall'euro", visto che "quasi tutti gli altri Stati membri hanno fatto meglio di noi".
"Addossare all'Europa le colpe del nostro disagio è un errore; non porta alcun vantaggio e distrae dai problemi reali".
Al contrario, "l'appartenenza all'Unione europea è fondamentale per tornare su un sentiero di sviluppo stabile" e l'Italia deve patecipare al completamento dell'Unione "con responsabilità, in modo costruttivo e senza pregiudizi", conclude Visco.