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Le cinque cose da seguire sui mercati questo lunedì

Pubblicato 19.11.2018, 11:38
© Reuters.
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Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo lunedì 19 novembre:

1. I future dei titoli azionari USA puntano ad un’apertura al ribasso

I future dei titoli azionari USA si avviano ad aprire in modo debole questa settimana festiva, mentre gli investitori seguono gli ultimi sviluppi dello scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina.

I mercati statunitensi saranno chiusi per il Giorno del Ringraziamento giovedì e per mezza giornata venerdì.

Il sentimento generale dei mercati è cauto sulla scia delle tensioni tra il vice presidente USA Mike Pence e il Presidente cinese Xi Jinping durante il summit Apec (Cooperazione Economica Asia-Pacifica) svoltosi nel fine settimana.

Alle 5:35 ET, i future Dow blue-chip scendono di 40 punti, o dello 0,15%, i future S&P 500 segnano un calo di 4 punti, o dello 0,15%, mentre i future Nasdaq 100 legati al settore tech restano invariati.

Per quanto riguarda gli utili, L Brands (NYSE:LB), Urban Outfitters (NASDAQ:URBN), Intuit (NASDAQ:INTU), Pure Storage ed Agilent Technologies (NYSE:A) sono tra le compagnie che pubblicheranno i risultati finanziari dell’ultimo trimestre, mentre questa stagione degli utili volge al termine.

Le borse europee cominciano la settimana positivamente.

I mercati azionari asiatici hanno chiuso perlopiù al rialzo.

2. La Apple taglia la produzione di iPhone

Nelle ultime settimane, Apple (NASDAQ:AAPL) ha tagliato gli ordinativi sulla produzione per i tre modelli di iPhone lanciati a settembre, riporta il Wall Street Journal citando delle fonti.

La richiesta minore del previsto per i nuovi iPhone e la decisione di Apple di offrire altri modelli ha reso difficile prevedere il numero di componenti e dispositivi di cui la compagnia avrà bisogno, secondo la notizia.

Il produttore di iPhone qualche settimana fa aveva sconvolto i mercati prevedendo vendite inferiori alle aspettative per il trimestre natalizio, spingendo numerosi fornitori a lanciare avvertimenti che indicano un indebolimento delle vendite di iPhone.

Il titolo, che la scorsa settimana ha chiuso con un crollo di oltre il 5%, è crollato dell’1% negli scambi pre-market a 191,55 dollari.

3. Una Fed cauta pesa sul dollaro

Il dollaro scende contro il paniere delle valute, sulla scia del calo di venerdì e nell’incertezza circa il ritmo dei futuri aumenti dei tassi di interesse USA.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,15% a 96,21, il minimo dall’8 novembre.

Il dollaro si è indebolito venerdì in seguito ai commenti cauti resi dal vice presidente della Federal Reserve Richard Clarida, che ha notato alcuni segnali di un rallentamento della crescita globale.

Clarida ha inoltre affermato che i tassi di interesse statunitensi stanno raggiungendo le stime della Fed di un livello neutrale ed ha aggiunto che la banca centrale dovrà basarsi sui dati per quanto riguarda gli aumenti futuri.

Sempre venerdì, il presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan ha affermato che prevede un rallentamento della crescita in Europa e Cina.

I commenti sono stati considerati indicativi del fatto che la Fed potrebbe fermare gli aumenti dei tassi prima del previsto.

Il Presidente della Fed di New York John Williams (NYSE:WMB) terrà un discorso nel corso della giornata e i trader lo seguiranno con attenzione per capire se farà eco alle parole dei colleghi.

I policymaker dovrebbero alzare i tassi di interesse il mese prossimo, in quello che sarà il quarto aumento del 2018, e prevede altri tre interventi nel 2019.

Sul mercato dei bond, i prezzi dei Buoni del Tesoro USA scendono, spingendo il rendimento al rialzo: il rendimento dei Buoni del Tesoro a 10 anni USA, di riferimento, sale al 3,09%.

4. Persistono le preoccupazioni per la Brexit

Rimane al centro della scena l’incertezza per un accordo sereno sulla Brexit.

Il Primo Ministro britannico Theresa May cercherà di ottenere il supporto dei leader delle compagnie in merito alla sua controversa bozza di accordo sul divorzio dall’Unione Europea nel corso della giornata, mentre i contrari all’interno del suo stesso partito cercano di insidiare la sua leadership.

May difenderà il suo piano, che ha scatenato l’esodo dei ministri la settimana scorsa, in un discorso che terrà in occasione della conferenza annuale della Confederazione delle industrie britanniche, affermando che il Regno Unito vivrà un’intensa settimana di trattative per cercare di esaminare i dettagli dei futuri rapporti con l’UE.

“Ci aspetta un’intensa settimana di trattative in vista del Consiglio Europeo straordinario di domenica”, dirà May, in base a degli estratti dal suo discorso.

L’UE terrà un summit per parlare dell’accordo il 25 novembre.

La sterlina sale dello 0,2% a 1,2860 contro il dollaro (GBP/USD) e dello 0,2% contro l’euro a 0,8882 (EUR/GBP).

5. Balzo del greggio tra le speranze di un taglio della produzione OPEC

Sul mercato delle materie prime, il greggio schizza dell’1% nelle aspettative che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) tagli la produzione il mese scorso per inasprire le scorte e spingere i prezzi.

I future del West Texas Intermediate (WTI) salgono di 51 centesimi, o dello 0,9%, a 56,97 dollari al barile. I future del Brent, il riferimento internazionale, sono in salita di 21 centesimi, o dello 0,3%, a 66,97 dollari al barile.

I funzionari dell’OPEC stanno rilasciando delle dichiarazioni riguardo il fatto che il cartello e i suoi partner cominceranno a limitare la produzione di greggio nel 2019 per supportare il mercato. L’Arabia Saudita, leader di fatto dell’OPEC, vorrebbe che il cartello riducesse la produzione di circa 1,4 milioni di barili al giorno, secondo le notizie della scorsa settimana.

Malgrado ciò, il sentimento dei mercati resta debole tra i segnali di un’impennata della produzione petrolifera statunitense. I prezzi del greggio globale hanno perso circa un quarto del proprio valore dall’inizio di ottobre, in quello che è diventato uno dei cali maggiori dopo il tonfo del 2014, tra l’aumento delle scorte e lo spettro della riduzione della domanda che spaventano gli investitori.

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