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Le cinque cose da seguire sui mercati questo venerdì

Pubblicato 02.11.2018, 10:49
Aggiornato 02.11.2018, 11:10
© Reuters.  Le cinque cose da seguire sui mercati questo venerdì

Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo venerdì 2 novembre:

1. Occupazione e inflazione dei compensi USA sotto i riflettori

Al centro della scena ci sarà il report mensile sull’occupazione USA che sarà pubblicato dal Dipartimento per il Lavoro alle 8:30 ET (14:30 GMT).

Si prevede un aumento di 193.000 posti di lavoro dopo i 134.000 di settembre, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 3,8% dal 3,7%.

I riflettori saranno puntati in particolare però sui dati sulla media dei compensi orari, che dovrebbe essere salita del 3,1% rispetto all’anno scorso, dopo l’aumento del 2,8% del mese prima.

I dati della scorsa settimana hanno mostrato che l’economia USA è cresciuta al tasso annuo del 3,5% e la crescita si avvia a segnare l’obiettivo del 3% del governo Trump quest’anno.

La Federal Reserve resta intenzionata ad alzare i tassi di interesse di nuovo a dicembre, malgrado il recente inasprimento delle condizioni dei mercati finanziari causato dal selloff dei mercati azionari e dall’aumento del rendimento dei Buoni del Tesoro USA.

2. Apple crolla del 5% dopo le previsioni deludenti

Il titolo di Apple (NASDAQ:AAPL) crolla del 5% negli scambi pre-market di questo venerdì, per via delle previsioni sui risultati del primo trimestre fiscale che hanno deluso le aspettative.

La compagnia ha previsto ricavi tra gli 89 e i 93 miliardi di dollari nel primo trimestre fiscale, con la media inferiore alle stime di 92,9 miliardi di dollari.

I margini lordi sono risultati pari al 38,2%, meno del 38,3% previsto. In futuro, Apple prevede margini lordi compresi tra il 38% e il 38,5%, poco meno delle aspettative di Wall Street di 38,6%.

Prima dell’apertura di oggi sono attesi i report di Exxon Mobil (NYSE:XOM), Chevron (NYSE:CVX) ed Alibaba (NYSE:BABA).

3. Trump ottimista sul commercio con la Cina

Ieri il Presidente USA Donald Trump ha reso noto di aver avuto una “lunga e proficua conversazione” con il Presidente cinese Xi Jinping con una “forte enfasi sul commercio”.

“Le discussioni stanno andando bene in vista degli incontri del G-20 in Argentina”, ha affermato.
Bloomberg, citando fonti vicine alla vicenda, riporta che Trump vorrebbe stringere un accordo in occasione del vertice ed avrebbe già chiesto ai funzionari di cominciare a definire i possibili termini.

4. Borse destinate ad apertura al rialzo, si diffonde l’ondata di acquisti

Il tono ottimista di Trump sui commerci USA-Cina ha scatenato un’impennata di sollievo che ha fatto schizzare il Dow ieri e l’entusiasmo per gli acquisti ha rapidamente contagiato l’Asia, dove i titoli sono rimbalzati al massimo di tre settimane. In Cina, l’indice Shanghai Composite è balzato del 2,7%, mentre in Giappone il Nikkei 225 ha chiuso a +2,6%.

Le borse europee hanno seguito a ruota le controparti, con l’indice di riferimento Euro Stoxx 50 schizzato di oltre l’1%.

In attesa del report sull’occupazione e malgrado il selloff di Apple, i future USA puntano a continuare l’andamento rialzista. Alle 5:45 ET (9:45 GMT), i future Dow blue chip salgono di 200 punti, o dello 0,79%, i future S&P 500 vanno su di 17 punti, o dello 0,62% mentre i future Nasdaq 100 salgono di 5 punti, o dello 0,06%.

5. Prezzo del greggio misto dopo la notizia delle esenzioni dalle sanzioni iraniane; attesi dati sulle trivellazioni USA

Il prezzo del greggio è scambiato in modo misto questo venerdì, i trader valutano l’ottimismo per il fatto che USA e Cina possano risolvere i loro attriti commerciali e la notizia che Washington ha concesso a vari paesi delle esenzioni dalle sanzioni iraniane.

I future del greggio USA scendono di 5 centesimi, o dello 0,08%, a 63,64 dollari alle 5:46 ET (9:46 GMT), mentre il greggio Brent è in salita di 17 centesimi, o dello 0,23%, a 73,06 dollari.

Entrambi i prezzi sono crollati di quasi il 6% questa settimana, nei timori per un eccesso di scorte.

All’inizio del mese l’Arabia Saudita ha promesso di aumentare la produzione petrolifera per compensare il calo delle esportazioni iraniane previsto per via delle sanzioni USA (che entreranno in vigore il 4 novembre), mentre la Russia sabato ha affermato di non avere alcun motivo per ridurre i livelli di produzione.

In questo contesto, gli investitori presteranno attenzione ai dati sul numero di impianti di trivellazione di Baker Hughes alle 13:00 ET (17:00 GMT). I dati di venerdì scorso, indicativi della produzione futura, hanno mostrato un aumento di due unità a 875, il massimo dal marzo 2015.

Gli Stati Uniti sono diventati il principale produttore petrolifero mondiale, superando la Russia, con la produzione di agosto che ha raggiunto il record di 11,346 milioni di barili al giorno, un’impennata di 2,1 milioni di barili da agosto 2017, secondo la Energy Information Administration.

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