La nuova commissaria europea per l'occupazione, Roxana Mînzatu, ha promesso lunedì che continuerà a insistere per introdurre nuove regole che diano agli stagisti pieni diritti sul lavoro, nonostante gli Stati membri non siano riusciti a trovare un accordo neanche su un testo ridotto.
Il primo giorno di lavoro di Mînzatu, in qualità di vicepresidente per i diritti sociali e le competenze, l'ha vista difendere i piani di Bruxelles per migliorare le condizioni di lavoro di oltre tre milioni di tirocinanti. Piani che, secondo lei, i governi stanno cercando di smantellare.
"Siamo preoccupati per il campo di applicazione della direttiva", ha dichiarato lunedì la commissaria rumena ai giornalisti, dopo aver denunciato le nuove esenzioni che ne avrebbero ridotto la portata del 75 per cento, applicandola solo ai posti di lavoro del "mercato aperto" che non hanno alcun legame con l'istruzione o la formazione.
Mînzatu, già europarlamentare socialista prima di assumere l'incarico in Commissione, ha dichiarato di voler collaborare con gli Stati membri dell'Ue, che negoziano nell'ambito del Consiglio dell'Ue, per migliorare la legge.
"Non sto parlando, a questo punto, ovviamente, di ritirare la legge", ha detto dopo la riunione dei ministri degli Affari sociali a Bruxelles, aggiungendo: "È fuori discussione".
I Paesi membri continuano a negoziare una legge per introdurre standard minimi vincolanti
Nel marzo 2024, il predecessore di Mînzatu, Nicolas Schmit, ha proposto il primo progetto di legge dell'Ue per stabilire standard minimi giuridicamente vincolanti per la protezione sociale, il tutoraggio e la retribuzione dei tirocinanti. Il progetto di legge deve essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento europeo per diventare legge.Mînzatu potrebbe avere degli alleati in seno al Consiglio, come la Spagna, che si è opposta con forza a un progetto di legge che teme possa portare a una corsa al ribasso, invece di offrire nuove competenze ai giovani.
"Il basso costo viene privilegiato rispetto alla necessità di promuovere l'istruzione, e ciò che farà è creare un effetto di sostituzione di un lavoratore con un altro", ha detto la ministra del Lavoro spagnola, Yolanda Díaz, ai suoi 26 omologhi.
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Mentre i Paesi baltici e quelli del Nord Europa sembrano essere d'accordo con l'ultima bozza, altri, come la Germania e la Romania, sperano di continuare le discussioni nella prima metà del prossimo anno, quando la Polonia subentrerà all'Ungheria nella presidenza dei colloqui del Consiglio. Tuttavia, c'è chi sostiene gli Stati membri si siano già spinti al proprio limite nella riformulazione delle norme e che non lo faranno ulteriormente.
L'attuale proposta, redatta dalla Presidenza ungherese del Consiglio dell'Ue, è "il massimo su cui la maggioranza degli Stati membri può essere d'accordo", ha dichiarato un alto diplomatico a Euronews, aggiungendo che alcuni Paesi volevano "una direttiva molto più dettagliata e meno flessibile".
La proposta iniziale della Commissione stabilisce i principi che gli Stati membri dovranno applicare per evitare che i posti di lavoro vengano sostituiti o mascherati da "tirocini", tra cui il rapporto tra dipendenti e tirocinanti, la durata dei contratti, i compiti e le responsabilità degli stagisti.
Mînzatu ha dichiarato ai ministri degli Affari sociali che il testo deve mantenere forti misure antidiscriminatorie e di applicazione, poiché i tirocinanti potrebbero avere difficoltà a rivendicare i propri diritti da una posizione debole sul mercato del lavoro.
I tirocini non retribuiti costano più di mille euro al mese agli stagisti
Il Forum europeo della gioventù (Eyf) e la Confederazione europea dei sindacati (Ces) hanno accolto con favore la proposta di marzo, ma hanno affermato che l'ultimo testo del Consiglio non offre una protezione sufficiente."Dobbiamo affrontare le gravi preoccupazioni sull'applicazione delle norme, soprattutto perché gli ispettorati del lavoro sono già sottofinanziati e sovraccarichi", ha dichiarato a Euronews il presidente dell'Eyf, Rareș Voicu.
La segretaria confederale della Ces, Tea Jarc, ha invitato la presidenza polacca a "convincere gli Stati membri a mettere da parte gli interessi nazionali e a lavorare su un testo che risponda alle richieste dei giovani lavoratori di tutta Europa per porre fine allo sfruttamento dei giovani attraverso stage non retribuiti e fasulli".
I tirocini non retribuiti costano a un giovane più di mille euro al mese, come rilevato da un rapporto dell'Eyf, sottolineando che ostacolano anche le pari opportunità per i giovani europei.
Le organizzazioni giovanili, i sindacati e gli eurodeputati chiedono da tempo di vietare i tirocini non retribuiti, ma l'ex commissario europeo Schmit ha insistito sul fatto che ciò esula dalle competenze dell'Ue in materia di occupazione.
"Lavorare gratis è una violazione del diritto internazionale in materia di diritti umani", ha sostenuto Voicu, aggiungendo che "è giunto il momento di creare una solida base che sostenga i diritti del lavoro dei giovani".