di Francesco Guarascio
BRUXELLES (Reuters) - La Commissione europea resta aperta al dialogo con l'Italia per scongiurare l'apertura di una procedura di infrazione a causa dell'alto target di deficit per il 2019, ma chiede modifiche "sostanziali" alla manovra.
Bruxelles ha bocciato la legge di bilancio del governo Lega-5 Stelle che fissa un rapporto deficit/Pil al 2,4% per l'anno prossimo. Roma deve rispondere entro il 13 novembre.
"Abbiamo alcuni punti di disaccordo, ma questo non significa che non possiamo avere un dialogo, un dialogo costruttivo tra la Commissione e l'Italia", ha detto il ministro dell'Economia Giovanni Tria, a margine dell'Ecofin che si è tenuto oggi a Bruxelles.
Il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici si aspetta una risposta forte e precisa dall'Italia sui rilievi mossi dall'esecutivo Ue. Se non ci sarà un accordo, ha sottolineato, l'Italia potrebbe essere sottoposta a sanzioni.
Il commissario francese ha anche ribadito che le regole fiscali vanno rispettate e che scelte di politica economica che fanno aumentare il debito pubblico non portano crescita.
A preoccupare è l'impatto che l'indebitamento avrà sul debito pubblico italiano, il secondo più alto della zona euro in termini di Pil.
In una conferenza stampa al termine del vertice, anche il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha chiesto all'Italia cambiamenti "sostanziali" per evitare una procedura.
Tria, invece, ha lasciato Bruxelles senza tenere il consueto punto stampa.
SANZIONI
Senza modifiche, il 21 novembre la Commissione potrebbe stilare un rapporto critico sul debito italiano, primo passo di una procedura disciplinare contro Roma.
In passato l'esecutivo comunitario ha sempre aspettato i numeri finali di finanza pubblica, disponibili ad aprile, prima di prendere iniziative disciplinari nei confronti di stati membri.
Ma questa volta funzionari dicono che potrebbe agire sulla base delle sue stime, attese giovedì, che si prevede saranno meno ottimistiche di quelle del Tesoro italiano che per il 2019 vede il Pil a +1,5%. Una crescita minore si tradurrebbe automaticamente in un aumento di debito e deficit.
Come misura precauzionale, Bruxelles potrebbe chiedere all'Italia di trasferire un deposito non fruttifero dello 0,2% del Pil al fondo di salvataggio del blocco, l'Esm (European Stability Mechanism).
La Commissione potrebbe anche fissare una scadenza, già a febbraio, entro la quale Roma dovrà intraprendere una serie di azioni per la riduzione del debito. Gli stati dell'euro zona dovrebbero poi approvare tali azioni.
Scaduta anche questa deadline, si innescherebbero sanzioni più dure, inclusa una multa fino allo 0,2% del Pil, la sospensione di miliardi di euro di fondi Ue e un più stretto monitoraggio fiscale da parte di Commissione e Bce che includerebbe missioni in Italia simili a quelle effettuate per il salvataggio di paesi, come la Grecia.
Se il governo italiano dovesse continuare a non cooperare, le sanzioni potrebbero acuirsi sino a contemplare una multa dello 0,5% del Pil, un monitoraggio più pressante sui piani di emissione di nuovo debito e la riduzione o sospensione di prestiti multi-miliardari da parte della Banca europea degli investimenti (Bei).