Il prosciutto di Parma come il whisky irlandese, ma anche la feta o lo champagne. Nella guerra al 'tarocco', a tutela dei brand dell'agroalimentare, l'Unione europea e la Cina hanno raggiunto un accordo per la protezione di 100 indicazioni geografiche europee. Una misura per impedire gli utilizzi commerciali abusivi. Phil Hogan, commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato che i prodotti a indicazione geografica europea sono sinonimo di qualità. "I consumatori - ha aggiunto Hogan - sono disposti a pagare un prezzo più alto, sulla base dell'origine e dell'autenticità dei prodotti, premiando ulteriormente gli agricoltori".
La Cina è un mercato in potenziale forte crescita per vini, bevande e prodotti alimentari europei. Con 1 miliardo e 400 milioni di consumatori, Pechino è la seconda destinazione per l'export di settore dell'Unione europea: nei 12 mesi tra settembre 2018 e agosto 2019, il volume d'affari ha raggiunto la cifra di 12,8 miliardi di euro. A quattro dalla sua entrata in vigore, il campo di applicazione dell'accordo si estenderà per coprire altri 175 nomi di indicazione geografica da entrambe le parti.
Tra i prodotti cinesi, l'elenco comprende ad esempio Pixian Dou Ban (Pixian Bean Paste), Anji Bai Cha (Anji White Tea), Panjin Da Mi (Panjin rice) e Anqiu Da Jiang (Anqiu Ginger).