MILANO, 30 gennaio (Reuters) - Nonostante gli interventi di politica monetaria della Banca Centrale Europea e le misure annunciate a sostegno dell'economia dai governi dell'area euro, gli investitori continuano a navigare a vista e, dopo un inizio d'anno in altalena, non si sbilanciano in previsioni e scommesse forti sui listini europei per il 2009.
I nove primari gestori attivi in Italia, che hanno partecipato questo mese al sondaggio Reuters-Lipper, appaiono divisi sulle prospettive dell'equity del Vecchio Continente; ma non manca chi vede rosa per la seconda parte dell'anno.
"Sia gli interventi dei governi che i tagli dei tassi ufficiali serviranno a sostenere le famiglie e le imprese indebitate, creando reddito disponibile", osservano da Sella Gestioni. "Tuttavia riteniamo che il 2009 sarà un anno in cui prevarrà ancora l'incertezza", precisano.
Nell'indagine sull'asset allocation generale - condotta separatamente e che verrà pubblicata nel primo pomeriggio - cinque asset manager hanno dichiarato che intendono aumentare l'esposizione alle borse dell'area euro nei prossimi tre mesi, segnalando una preferenza per questa regione in vista di eventuali rimbalzi più avanti nell'anno.
"Se pensiamo che ci sarà un possibile rimbalzo nella seconda parte dell'anno, l'Europa può fare di più degli Stati Uniti perchè ha un listino meno difensivo", spiega Sergio Bertoncini, strategist di Credit Agricole AM sgr, sottolineando che le valutazioni europee sono storicamente molto attraenti.
Nel breve, tuttavia, permangono delle criticità nell'area euro e la cautela è d'obbligo, avverte lo strategist.
Gli interventi fiscali e monetari "avranno degli effetti ma più nella seconda parte dell'anno", sottolinea. "Al momento aspettiamo di vederli implementati e restano fattori di breve non positivi come il deleveraging che va avanti e le stime su alcuni settori ancora ottimistiche", aggiunge, ricordando che il portafoglio della casa attualmente è difensivo, con un leggero sovrappeso su Wall Street.
Negli Stati Uniti, epicentro della crisi finanziaria e poi economica, infatti, "il listino americano è più difensivo in termini settoriali". Inoltre "lì la crisi economica è iniziata prima e la Fed ha dato una risposta aggressiva così come il Tarp e il nuovo pacchetto di stimolo di Obama sono risposte forti alla crisi", ha spiegato.
In sintonia BG sgr, possibilista sulle potenzialità dell'equity di Eurolandia, ma solo "dalla seconda metà del 2009".
La nebbia dell'incertezza si dirada allungando l'orizzonte temporale di riferimento da Zenit sgr, favorevole all'azionario dell'Eurozona nel medio periodo.
"Negli Stati Uniti stanno cercando di ricreare - attraverso mosse di politica economica a mio avviso azzardate - il modello precedente della Cina che finanzia i consumi americani mentre la Bce è stata più prudente e la politica economica di Francia e Germania appare più sostenibile", commenta il gestore Marco Bonifacio. "Questo ci spinge a preferire le borse europee nel medio periodo", conclude.
L'indice paneuropeo FTSEurofirst 300 <.FTEU3> da inizio anno ha lasciato sul terreno il 4,3% (chiusura di ieri) dopo aver bruciato il 45% nel 2008 con il precipitare della crisi finanziaria e il deterioramento della congiuntura.
Il sondaggio Reuters Lipper sull'asset allocation dei fondi italiani a gennaio verrà diffuso oggi alle 15.