Investing.com - L’oro sale al massimo della seduta questo giovedì, in seguito alla decisione della Banca Nazionale Svizzera di abbassare ulteriormente i tassi di interesse, portandoli in territorio negativo.
I tassi di interesse bassi sono rialzisti per l’oro, dal momento che fanno scendere i costi di gestione del metallo, che non offre agli investitori un ritorno assicurato.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a febbraio salgono di 2,60 dollari, o dello 0,21%, a 1.237,10 dollari negli scambi della mattinata europea. Il prezzo resta in un range che va da 1.266,20 a 1.239,60 dollari.
Ieri, l’oro ha toccato i 1.244,60 dollari, il massimo dal 23 ottobre, prima di attestarsi a 1.234,50 dollari, su di 10 centesimi, o dello 0,01%.
I futures troveranno supporto a 1.217,50 dollari, il minimo dal 12 gennaio, e resistenza a 1.250,20 dollari, il massimo dal 22 ottobre.
Sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo scendono di 3,3 centesimi, o dello 0,19%, a 16,95 dollari l’oncia troy.
La SNB ha annunciato la revoca del tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per un euro ed una nuova riduzione dei tassi di interesse, portandoli in territorio negativo, decisione che ha fatto salire il franco.
Il dollaro crolla del 12% contro il franco (USD/CHF), mentre l’euro subisce un crollo del 14% (EUR/CHF).
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, segna un ribasso dopo la decisione a sorpresa, scendendo dello 0,6% a 91,75.
L’indebolimento del dollaro in genere favorisce l’oro, dal momento che aumenta l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più economiche per i titolari di altre valute.
I traders attendono i dati settimanali sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione nonché i dati sui prezzi alla produzione e sull’attività manifatturiera nella regione di Philadelphia per avere ulteriori indicazioni sulla forza dell’economia.
Secondo i dati pubblicati ieri, le vendite al dettaglio statunitensi sono scese al tasso maggiore degli ultimi 11 mesi a dicembre, segnale che la Federal Reserve potrebbe mantenere i tassi invariati per un periodo più lungo.
L’oro beneficerebbe di un eventuale rallentamento dell’aumento dei tassi di interesse, dal momento che si ridurrebbero i costi di gestione del metallo, che non offre agli investitori un ritorno assicurato.
Il prezzo del metallo prezioso si è ridotto di circa il 2% nel 2014 tra i timori che il consolidamento della ripresa economica statunitense possa convincere la Fed ad alzare i tassi prima e più velocemente del previsto.
Il rame con consegna a marzo subisce un’impennata di 3,8 centesimi, o dell’1,52%, a 2,544 dollari la libbra.
Ieri, il rame ha toccato i 2,423 dollari, un livello che non si registrava dal giugno 2009, prima di attestarsi a 2,505 dollari, con un crollo di 13,8 centesimi, o del 5,24%, dal momento che i timori per le prospettive economiche globali e l’impatto sulla richiesta futura hanno ridotto l’appeal della materia prima.
Intanto, i futures del greggio continuano a scendere questo giovedì, mentre i riflettori restano puntati sull’eccesso delle scorte globali.
Il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è crollato di 1,31 dollari, o del 2,64%, a 48,55 dollari al barile, mentre il greggio Nymex crolla di 86 centesimi, o dell’1,78%, a 47,62 dollari.