ROMA (Reuters) - La riforma del capitale di Bankitalia non è ancora conclusa: Intesa SP, Unicredit (MI:CRDI), Generali (MI:GASI) e Carige detengono quote che eccedono il limite del 3% introdotto a inizio 2014 per un valore nominale di 2,9 miliardi circa.
A fare il punto è il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nella relazione all'assemblea ordinaria per l'approvazione del bilancio.
Il governo Letta ha autorizzato la Banca d'Italia a rivalutare il capitale da 156.000 a 7,5 miliardi di euro e trasformato le azioni in titoli negoziabili, con l'obiettivo di rendere l'istituto una sorta di public company al termine del periodo transitorio scaduto a fine 2016.
Da quest'anno, ricorda Visco nella relazione, i dividendi relativi alle quote eccedenti il 3% non possono essere più corrisposti e vanno pertanto attribuiti alle riserve statutarie. Dei 340 milioni di monte dividendi, quindi 207 milioni sono stati assegnati, mentre i 133 relativi a quote eccedenti il 3% sono stati trattenuti.
"Le negoziazioni delle quote avvenute tra l'avvio della riforma (legge 29 gennaio 2014, numero 5) e lo scorso 18 febbraio hanno comportato il trasferimento del 27,5% del capitale. I tre maggiori partecipanti ne hanno ceduto il 23,9%", spiega il governatore.
Oggi i soggetti che detengono quote sono 115, dei quali 74 nuovi: 2 compagnie di assicurazione, 7 fondi pensione, 8 enti di previdenza, 15 fondazioni di matrice bancaria e 42 banche.
"Banche e compagnie assicurative hanno ridotto la loro partecipazione dal 94,3 al 73,2%; è cresciuta dal 5,7 al 22,7% la partecipazione degli enti di previdenza e dei fondi pensione. Le fondazioni bancarie hanno il 4,1% del capitale".
Intesa Sanpaolo (MI:ISP) deve vendere ancora circa 72.900 quote in eccesso,il 24,3% del capitale, (1.822.575.000 euro), Unicredit 35.940 quote, circa il 12%, (898.500.000 euro), Generali circa 5.500 quote, l'1,8%, (137.625.000) e Carige 3.093 quote, poco più dell'1%,(77.325.000 euro), secondo elaborazioni Reuters su dati Bankitalia.
La cessione dei 2,9 miliardi residui potrà trarre impulso da una posta speciale "per stabilizzare nel tempo i dividendi nonché dall'avvio di un mercato secondario delle quote di capitale", prosegue Visco spiegando che specifici market maker si impegneranno a vendere e ad acquistare quote entro determinati importi.
Anche Bankitalia acquisterà temporaneamente dai market maker le quote in eccesso per poi rivenderle a investitori terzi.
"Lo schema è stato configurato in modo che in ogni caso il patrimonio della banca non subisca perdite", si legge nel bilancio.