Di Alessandro Albano
Investing.com - BCE e Federal Reserve devono fare i conti con due contesti economici diversi, ma le domande che circondano la riunione di domani a Francoforte non sono poi così lontane da quelle del Marriner S. Eccles Building.
Il quesito fondamentale per la riunione pre-estiva non riguarda tanto i tassi d'interesse (anche se molti istituti di credito sarebbero ben felici di un loro aumento). Ma se l'Eurotower modificherà, o meno, il programma di acquisti pandemico PEPP da 1.850 miliardi, il quale va di pari passo al vecchio quantitative easing avviato nel 2015 da Mario Draghi.
Molti membri della Bce hanno affermato recentemente che non c'è fretta di rallentare il ritmo del programma d'emergenza, ma la ripresa economica, un'inflazione al 2% e con alcune banche centrali dirette verso un rallentamento degli stimoli, la pressione sul cosiddetto "tapering" sta incalzando il Consiglio direttivo di Francoforte.
La maggioranza degli esperti prevede che la Bce manterrà un alto livello di acquisti nel terzo trimestre, date le recenti dichiarazioni di diversi membri del Consiglio esecutivo come Fabio Panetta, che vuole una conferma dell'attuale ritmo d'acquisto. Anche la stessa presidente Lagarde ha più volte sottolineato che la banca sosterrà la zona euro fino "a ripresa inoltrata".
Come accaduto nella riunioni del 2021, la banca centrale potrebbe tuttavia sottolineare la flessibilità degli acquisti "a seconda delle condizioni di mercato", che il mercato potrebbe interpretare come un segnale che in agosto gli acquisti potrebbero rallentare in occasione del tipico calo dell'offerta dei bond governativi.
Luigi Speranza, capo economista globale di BNP Paribas (PA:BNPP), ha detto a Reuters di aspettarsi un "dovish tapering" che potrebbe aprire la strada a un moderato rallentamento del ritmo dell'acquisto dei bond dopo i mesi estivi, in attesa delle prossime mosse della Fed che si riunirà il 16 giugno.
Secondo gli economisti di Barclays (LON:BARC), la banca "non apporterà modifiche ai tassi di interesse", con il ritmo degli acquisti PEPP per il terzo trimestre che "rimarrà nella media del secondo trimestre", in quanto la BCE "sta cercando di mantenere le condizioni di finanziamento il più favorevoli possibile".
Una "leggera riduzione" del ritmo degli acquisti, avvertono dalla banca britannica, "potrebbe essere interpretata dal mercato come un tapering".
Inflazione
Con i prezzi al consumo che nell'ultima lettura hanno toccato il 2% per la prima volta in diversi anni, molti commentatori si sono chiesti quali sono i prossimi passi di Francoforte per prevenire un rapido aumento dei prezzi, per altro già alti in diversi segmenti dell'economia (come le materie prime).
Se l'inizio di una chiusura dei rubinetti potrebbe essere rimandato verso fine anno, o anche oltre, è altrettanto possibile che Lagarde parlerà dell'aumento dei prezzi al consumo come nei precedenti appuntamenti, indirizzando le cause verso "fattori stagionali" e "transitori" e rimandando la questione a dopo la strategic review prevista per settembre.
Secondo diversi gli economisti, la questione potrebbe passare dal PEPP al programma di acquisto asset APP, con le domande nella conferenza stampa che potrebbero incalzare la presidente sulla transizione dal programma pandemico al secondo meno flessibile.
Per Francois Villeroy de Galhau, governatore della banca centrale francese, la Bce "potrebbe introdurre maggiore flessibilità nell'App", mentre Sébastien Galy di Nordea Asset Management prevede che il dibattito riguarderà "come passare dal Pepp all'App e se sarà necessario rafforzare temporaneamente l'App".
Proiezioni economiche
Oltre all'aggiornamento sulla politica monetaria, la banca sarà chiamata a comunicare le nuove previsioni economiche per il prossimo triennio.
Per molti analisti, vista l'accelerazione dei piani vaccinali negli Stati membri e l'aumento delle stime delle diverse istituzioni economiche mondiali, è possibile che l'Eurotower riveda al rialzo le proiezioni macroeconomiche.
A marzo, la banca aveva previsto per l'area euro una crescita del Pil del 4% nel 2021 e del 4,2% nel 2022, mentre per le nuove stime della Commissione Europea l'Eurozona vedrà una crescita per il 2021 e il 2022 rispettivamente al 4,3% e al 4,4%.
Analogamente, le nuove stime potrebbe andare di pari passo con una revisione al rialzo dell'inflazione secondo gli esperti. Nelle ultime stime di marzo, l’inflazione misurata sullo IAPC è stimata all’1,5% nel 2021 con "un massimo al 2,0% nell’ultimo trimestre dell’anno, per poi scendere all’1,2% nel 2022 e successivamente salire all’1,4% nel 2023".
Come affermato dalla stessa Bce, l'indice armonizzato "è stato oggetto di una correzione verso l’alto sensibile per il 2021", a seguito del "forte aumento dei corsi petroliferi, e lieve per il 2022, mentre è stata mantenuta invariata per il 2023".