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Europa in "policrisi": 2023 caratterizzato da stagflazione - Deutsche Bank

Pubblicato 12.12.2022, 11:40
Aggiornato 12.12.2022, 11:51
© Reuters.

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Nel 2022, nonostante la guerra in Ucraina, la crescita in Europa ha risposto bene, ma le prospettive sono decisamente più cupe. E' quanto scrive Deutsche Bank (ETR:DBKGn) nell'ultimo report incentrato sull'Europa, nel quale la banca avverte di una "doppia recessione nel 2023", iniziata già "nel quarto trimestre di quest'anno".

Per doppia recessione, o double dip recession, la banca tedesca s'intende una contrazione in cui la regione esce brevemente dalla recessione dovuta allo shock energetico per poi subire "una nuova contrazione più tardi, nel 2023 a causa dell'aumento dei rischi". A questo si aggiunge un seconda possibilità per il Vecchio Contente, è cioè l'area "scambi una recessione con una recessione più avanti nel corso del prossimo anno".

In generale, spiegano da DB, il 2023 "sarà caratterizzato dalla stagflazione", con recessione "tra il quarto trimestre di quest'anno e il prossimo trimestre", guidata principalmente dalla crisi energetica e dai suoi effetti su "crescita, reddito reale e fiducia sul contesto economico".

Tuttavia, secondo la banca lo shock attuale si sta mostrando "meno intenso di quanto ipotizzato", con le previsioni sul PIL dell'area valutaria riviste al rialzo al -0,6% dal -1,2% per il 2023, a cui si lega una riduzione delle stime per il 2024 al +1% dal precedente +1,4% previsto a settembre. 

L'inflazione, sottolineano dlla banca tedesca, rimane "la preoccupazione principale" anche se la crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina "non è la sola responsabile": da Deutsche Bank evidenziano anche "i massicci stimoli economici messi in piedi durante la pandemia" che hanno aumentato la massa monetaria in circolazione.

Secondo gli esperti di DB, l'inflazione complessiva dovrebbe scendere "solo moderatamente" nel 2023 (7,1% atteso vs. precedente 8,5%), mentre l'inflazione di fondo (4,7% contro 3,9%) e la crescita dei salari (5% contro 4,3%) saranno più elevate delle previsioni.

La banca spegne le speranze per un picco dei prezzi sottostanti i quali, spiegano, "è improbabile che vedranno i massimi prima di fine estate", con il rischio reale di "un'inflazione ancora più elevata e persistente".

A questo si lega il capitolo BCE, che questo giovedì deciderà sul percorso dei tassi d'interesse. Secondo Deutsche, Francoforte sta entrando "nella seconda fase dell'uscita monetaria": la prima fase - viene precisato nel report - è stata rappresentata dall'inizio dei rialzi per raggiungere rapidamente la neutralità. La seconda, invece, consiste "in un rallentamento del ritmo dei tassi e nel consolidamento del bilancio".

Tuttavia, un ritmo più lento di rialzi non equivale "ad un tasso terminale più basso", il quale, secondo DB, toccherà il 3% "a metà del secondo trimestre 2023".

"Ci aspettiamo che i tassi rimangano al 3% da metà del 2023 a metà del 2024 (i tassi reali saliranno ulteriormente con il calo dell'inflazione) a cui seguiranno tagli graduali per tornare alla neutralità entro la fine del 2025, mentre continuerà il QT", avvertono dalla banca. 

Per definire il contesto nel quale si trova l'Europa, Deutsche Bank conia il termine "policrisi", nel quale interagiscono "crisi di origine diversa il cui costo è superiore alla somma delle parti".

Tra gli elementi che potrebbero aggiungere volatilità nel 2023 ci sono: "la Russia che trova il modo di inasprire le tensioni e di sconvolgere le economie; la stretta monetaria che mette a dura prova il sistema economico e finanziario; la crisi del costo della vita che innesca tensioni sociali, azioni industriali e instabilità politica; il cambiamento climatico che mette a dura prova i sistemi energetici, la produzione economica e le catene alimentari", conclude il report di Deutsche. 

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Il bello è che poi si tornerà a inondare i mercati di liquidità e saremo punto e a capo.
piove bene
grazie BCE della stagflazione, ...l'incertezza sull'aumento dei tassi, e la mancanza di decisione si è tradotta in recessione e al contempo alta inflazione
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