Di Geoffrey Smith
Investing.com - La Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse per la prima volta dal 2018, ma quanti altri aumenti ci saranno quest'anno? Intanto, il governo e la banca centrale cinesi promettono sostegno all'economia e ai mercati finanziari, innescando il più grande rally giornaliero degli ultimi anni. Con la Federazione Russa che, molto probabilmente, non onorerà i pagamenti su due bond in dollari, proseguono a piccoli passi i colloqui di pace tra Russia ed Ucraina. Ecco le notizie principali sui mercati finanziari di questo mercoledì:
1 Fed pronta al rialzo
La Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse per la prima volta in oltre tre anni al termine della riunione di politica monetaria (19:00 CET). Il largo consenso prevede un aumento di 25 punti base nell'intervallo target dei fondi federali, portandolo allo 0,25%-0,5%. Un aumento più grande di 50 punti base non è del tutto escluso, ma andrebbe contro la guidance fornita dal presidente Jerome Powell nella recente testimonianza al Congresso. Secondo il Fed rate monitor tool di Investing.com, la probabilità di un rialzo simile è pari al 2.7%.
Gli analisti di Wall Street suggeriscono che la Fed aumenterà i tassi di circa 150-175 punti base durante tutto l'anno, oltre a iniziare il deflusso del massiccio portafoglio obbligazionario che ha accumulato negli ultimi due anni (totale di circa $9 trilioni). Molto attenzionati questa sera saranno gli aggiornamenti sui dot plot, le indicazioni sui rialzi futuri dei tassi da parte dei membri del Fomc. Secondo gli analisti, una proiezione mediana più alta del previsto potrebbe dare un input negativo al mercato azionario.
Focus anche sulle vendite al dettaglio di febbraio, che potrebbero far luce su quanto il consumatore statunitense sia stato finora influenzato dal rialzo dei prezzi energetici e non.
2. Team Cina in soccorso
Dopo il panic selling delle sedute precedenti, i titoli cinesi hanno registrato rialzi vertiginosi mercoledì dopo che l'agenzia di stampa statale Xinhua ha affermato che il governo di Pechino avrebbe adottato una serie di misure favorevoli al mercato suggerendo la fine della stretta normativa sul tech "al più presto".
Sulla notizia riportata diversi media secondo cui le autorità di regolamentazione cinesi e statunitensi stanno procedendo verso un piano di cooperazione sulle ADR cinesi quotate negli Stati Uniti, l'Hang Seng è balzato del 9% con colossi del tech come Alibaba (HK:9988) tutti in rialzo oltre il 25%.
Per supportare i titoli all'estero, il vicepremier Liu He, membro del comitato centrale del Partito Comunista Cinese, avrebbe tenuto una riunione con il comitato per la stabilità finanziaria per discutere del recenti sell off che ha colpito per la maggior parte i titoli del comparto tecnologico cinese, molti dei quali hanno le proprie depositary receipts quotate a Wall Street e nei mercati occidentali.
Il governo cinese, secondo la stampa, starebbe lavorando con le autorità statunitensi proprio per supportare le quotazioni all'estero, dopo che la scorsa settimana la Securities and Exchange Commission ha identificato diverse società cinesi che potrebbero essere dalla quotazione per non aver permesso l'accesso ai bilanci ai revisori contabili.
3. Continuano i colloqui di pace
I funzionari ucraini e russi hanno dato un tono più positivo sulla possibilità di un cessate il fuoco e di una soluzione diplomatica alla guerra, sebbene la difficile coreografia di tali commenti assicuri sempre affermazioni contrastanti.
In un'intervista con il media russo RBC, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha fatto eco ai commenti di un alto consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky secondo cui ci sono "aree di progresso" e "opportunità di compromesso" (Zelensky ha ribadito che l'adesione alla NATO per l'Ucraina è per ora impossibile).
Tuttavia, martedì il presidente Putin ha affermato che l'Ucraina "non è seria" nel volere trovare un compromesso annunciando in seguito una controffensiva in diverse aree. Zelensky terrà oggi un discorso virtuale al Congresso ed è probabile che ripeta la sua determinazione a portare avanti il conflitto e cercare al tempo stesso nuovi spazi di intesa con Mosca.
Intanto, occhi puntati sul debito russo. Il governo dovrebbe pagare oggi 117 milioni di dollari di interessi su due titoli di Stato denominati in dollari venduti nel 2013, dopo che ha segnalato l'intenzione di effettuare pagamenti solo in rubli. Contrariamente al suo default del 1998, questo sarebbe un default per scelta, piuttosto che il risultato di un'inadempienza dei conti.
4. Borse
Future in rialzo a Wall Street prima della Fed. Al momento, il il Dow Jones è indicato in rialzo di 330 punti, lo S&P 500 è previsto in positivo di 54 punti, mentre i futures Nasdaq 100 sono in aumento di 240 punti dopo il +2,9% della vigilia.
Resta alta la pressione sul Tnote a dieci anni, ora al 2,13% di rendimento. Dopo il balzo mei mercato asiatici, attenzione alle ADR cinesi che, visti gli andamenti del pre mercato, sembrano destinati a forti rimbalzi, vedi Nio (NYSE:NIO).
Sentiment molto positivo anche sull'azionario europeo, con Mib al +3,3%, Dax al +3,4%, Cac in rialzo del 3,7% ed Euro Stoxx 50 al +3,9%.
5. Iran segnala la chiusura dell'accordo nucleare
I prezzi del greggio restano in linea con i cali di martedì sui timori per la traiettoria della domanda cinese, mentre l'Iran ha annunciato il rilascio di due cittadini occidentali in una mossa che può sembrare essere un preludio alla revoca delle sanzioni relative al suo programma nucleare.
Intanto, l'Agenzia internazionale per l'energia ha precedentemente rivisto al ribasso la stima sulla domanda globale di petrolio di 1 milione di barili al giorno per il 2022 a causa dell'impatto della guerra in Ucraina e delle sanzioni occidentali. L'AIE ha sostenuto, tuttavia, che 3 milioni di barili al giorno di forniture russe Russia potrebbero non finire più sul mercato a causa delle sanzioni.
Altrove, il governo degli Stati Uniti renderà noti i dati sulle scorte di petrolio settimanali, dopo che l'aumento di 3,75 milioni di scorte di greggio riportato dall'American Petroleum Institute ha suggerito che i prezzi record della benzina hanno avuto un effetto sulla domanda statunitense. Al momento, i future sul greggio statunitense sono scesi dell'1,5% a $ 95,39 al barile, mentre i future sul greggio Brent sono scesi dello 0,9% a $ 99,00.