Crollo (prevedibile) delle esportazioni di gas di Gazprom: esclusi i Paesi che fanno parte della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), l'export del colosso energetico russo è diminuito del 45,5% nel 2022, scendendo a 100,9 miliardi di metri cubi, contro i 185 miliardi del 2021. L'estrazione di gas è, di fatto, diminuita del 20%.
Lo ha annunciato lo stesso Aleksej Miller, l'Amministratore Delegato di Gazprom, fedelissimo di Vladimir Putin, con un messaggio su Telegram.
Secondo Miller, la stragrande maggioranza delle perdite è - ovviamente - dovuta ai Paesi europei (Unione europea e Svizzera) che hanno rifiutato di fare affari con la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina, subendo - peraltro - l'imposizione da parte dell'Ue di un "Price Cap" (60 dollari al barile) sul gas russo trasportato via mare. Al quale, Putin ha risposto con il divieto di vendita di gas - in vigore dal prossimo 1° febbraio - ai Paesi che applicano il "Price Cap".
Nonostante ciò, Gazprom esprime ottimismo per un futuro aumento della domanda di gas soprattutto in Asia, in primis in Cina e India, Paesi che hanno beneficiato del calo dei prezzi del gas, aumentando le importazioni dalla Russia. Secondo Bloomberg, la quota della Cina nel futuro aumento della domanda globale di gas sarà del 40%.
All'inizio di dicembre, la Russia ha avviato l'estrazione di un nuovo giacimento di gas nella Siberia meridionale, vicino al lago Bajkal. il giacimento di Kovykta è il più grande finora scoperto nella regione siberiana. Si ritiene che la maggior parte del gas proveniente da lì sia destinato alla Cina.
Prezzo del gas e "minaccia energetica" in calo
Perché i prezzi stanno scendendo? In primo luogo, perché l'estate scorsa l'Europa ha riempito fino all'orlo le proprie riserve, poi perché l'autunno è stato molto mite e, infine, perché le famiglie e le imprese hanno volontariamente ridotto i propri consumi: quest'inverno, finora, gli europei hanno bruciato molto meno gas nelle loro caldaie.
Le scorte rimangono, quindi, molto buone per il resto dell'anno, e c'è, perciò, meno necessità di acquistare gas.
È evidente che, con queste condizioni, la "minaccia energetica" di Putin perde buona parte della sua efficacia.
Situazione europea: stazioni e rigassificatori
rigassificazionein GermaniaA parte la Finlandia - che ha appena presentato la propria stazione "indipendente" per il Gas Naturale Liquido, al confine con l'Estonia - l'Europa non dispone di molti terminali GNL "fissi", in quanto non ve n'era bisogno, durante i periodi di importazione di massa di tubi economici dalla Russia. Altri tempi.