Di Alessandro Albano
Investing.com - La corsa continua degli aumenti dell’energia e un’inflazione prossima all’8% - per quasi l’80% dovuta proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche – mette a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro.
È quanto si legge in una nota di Confcommercio-Imprese per l’Italia che ha stimato l’impatto dei recenti aumenti dell’energia e dell’inflazione sulle imprese del terziario di mercato.
Tra i settori più esposti, il commercio al dettaglio – in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas – la ristorazione e gli alberghi con aumenti tripli rispetto a luglio 2021, i trasporti che oltre al caro carburanti (+30-35% da inizio pandemia ad oggi) si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima.
Ma a risentire pesantemente di questa situazione sono anche i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell’abbigliamento che, dopo una stagione di saldi marginalmente favorevole, si trova oggi a dover sopportare incrementi consistenti.
Complessivamente, secondo i numeri dell'associazione, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2021 (11 mld) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 mld).
Uno scenario che desta forte preoccupazione e che, in assenza di interventi specifici e nuove misure di sostegno, rischia – anche alla luce delle ulteriori restrizioni nella fornitura di gas annunciate dalla Russia - di ampliare il numero di imprese che potrebbero cessare l’attività e causare una forte frenata all’economia nella seconda parte dell’anno.
"I costi dell’energia sono, ormai, da vera emergenza", ha commentato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. "In particolare, le imprese del terziario pagheranno una bolletta pari a 33 miliardi, il triplo rispetto a un anno fa. Il nuovo Governo dovrà dare risposte immediate accelerando soprattutto su Recovery Fund energetico europeo e fissazione di un tetto al prezzo del gas", ha aggiunto.
Secondo Sangalli, "è vitale tagliare drasticamente il costo dell’energia per tutte le imprese, anche quelle non 'energivore' e 'gasivore'. In caso contrario si rischia di vanificare la ripresa economica di questi ultimi mesi”.
Bollette in aumento in tutt'Europa
Il caro energia non colpisce solo l'Italia ma è un affare europeo. In Regno Unito, dove l'inflazione potrebbe raggiungere addirittura il +18,4% nel gennaio 2023 secondo Citigroup (NYSE:C), il costo dell'energia aumenterà dell'80% a partire da ottobre portando le bollette medie annuali delle famiglie a 3.549 sterline.
Secondo quanto comunicato dall'ente regolatore Ofgem, l'aumento avrà un "impatto significativo" sulle famiglie di tutta la Gran Bretagna con "un probabile aumento a gennaio, a causa della considerevole pressione sui prezzi nei mercati energetici".
In Germania, la perdita del reddito reale si sta facendo sentire non poco sulla fiducia dei consumatori, con l'indice di fiducia Gfk che per il mese di settembre punta ai minimi storici per il terzo mese consecutivo ad un punteggio di -36,5 (-30,9 punti ad agosto)
"Il timore di un aumento significativo dei costi energetici nei prossimi mesi sta costringendo molte famiglie a prendere precauzioni e a mettere da parte i soldi per le future bollette energetiche", ha spiegato l'analista di GfK Rolf Buerkl, aggiungendo che tale comportamento sta deprimendo ulteriormente il clima sui consumi in termini di minore disponibilità di denaro per altri acquisti.
L'istituto ha avvertito che la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane e mesi se non ci sarà sufficiente combustibile, soprattutto gas, per riscaldare le case, aumentando ulteriormente i costi delle bollette.