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Mar Rosso: traffico marittimo crollato del 90%, grave rischio per inflazione

Pubblicato 22.01.2024, 16:50
© Reuters.

Investing.com – La minaccia Houthi sul Canale di Suez ha fatto crollare del 90% il traffico marittimo. Lo segnala un paper del Centro studi di Unimpresa secondo cui il forte clima di incertezza che deriva dalla crisi del Mar Rosso comporta problemi, immediati e forse in arrivo. A partire da una risalita dei prezzi.

“La crisi del Mar Rosso può avere effetti negativi sull’inflazione e potrebbe portare la Banca centrale europea a ritardare il taglio del costo del denaro: basterebbe poco, sul fronte dei prezzi, per dire addio al ritorno a una politica monetaria espansiva dopo quasi due anni di pesanti restrizioni creditizie con i tassi altissimi”, commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

Attraverso quella arteria fondamentale passa quasi il 20% delle merci trasportate su mare nel Mondo, il 30% delle navi porta container. Per veicolare uno di questi enormi contenitori i costi sono aumentati anche di cinque volte: sulla rotta più battuta, quella che va da Shangai a Rotterdam, si pagano ormai fra i 5 e i 6 mila dollari per ognuno di essi, a causa di un viaggio più lungo di due-tre settimane, di un aumento complessivo dei noli del 40%, di un forte aumento delle polizze assicurative.

Ingenti danni economici per l'Italia

E tra i Paesi maggiormente coinvolti dalla situazione, c’è ovviamente l’Italia. Gli esperti di Unimpresa spiegano come nel Canale di Suez passi il 16% del valore del nostro import, con ingenti acquisti dalla Cina (secondo mercato di approvvigionamento per noi dopo la Germania), dall’Asia, dal Golfo Persico.

“Uscendo nel Mediterraneo moltissime navi porta container fanno tappa e scalo nei nostri porti, come Gioia Tauro, in questo specializzato; altre, quelle che ci portano il gas da Qatar fino al rigassificatore di Rovigo, sono bloccate, e in quello scalo portuale si lavora il 13% del nostro fabbisogno di gas”, raccontano dall’unione nazionale delle imprese nel sottolineare come i problemi nel Mar Rosso possano far lievitare anche i prezzi energetici.

Non solo. Il rallentamento del traffico marittimo, infatti, oltre alle conseguenze sulla operatività dei porti italiani, si traduce in danni per alcune componenti forti della nostra economia. “Sono a rischio 500 milioni di euro che rappresentano l’export di produzione agricola e alimentare verso i paesi del Medio Oriente, l’India, il Sud Est Asiatico”, avverte Unimpresa. Ma anche il settore della moda rischia di soffrire particolarmente il rincaro dei noli di trasporto, con oltre un terzo delle importazioni per la nostra filiera che passa attraverso il Canale.

L'Ue studia la missione militare nel Mar Rosso

Ed è per questo che l’Italia a Bruxelles è in prima fila per quanto riguarda la missione militare congiunta nel Mar Rosso che i ministri dei 27 Paesi Ue stanno discutendo oggi al Consiglio Affari esteri. Aspides, così si chiama l’operazione navale, sarà volta a difendere (anche con l’uso della forza), le navi mercantili nel Mar Rosso prese di mira dai ribelli Houthi. Si tratta di una missione militare “forte”, allargata e il più possibile partecipata che vede Italia, Francia e Germania quali primi promotori. Mentre la definizione dei dettagli sta procedendo proprio in queste ore, l’obiettivo di Bruxelles è quello di approvare in via definitiva la missione nella riunione dei ministri degli Esteri del 19 febbraio.

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