Di Geoffrey Smith
Investing.com - Ecco cosa seguire sui mercati finanziari questo venerdì 1° aprile.
1. L’occupazione USA registrerà un altro rialzo; importante il tasso di partecipazione
Il report mensile sull’occupazione statunitense alle 14:30 CEST chiuderà una settimana di dati da un mercato del lavoro USA che resta teso come un tamburo.
L’occupazione non agricola dovrebbe essere salita di 490.000 unità, facendo un passo verso la normalizzazione dopo la cancellazione delle restrizioni per il Covid.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe essere sceso dal 3,8% al 3,7%, mentre la crescita della media dei compensi orari dovrebbe rallentare dallo 0,6% allo 0,4%, eliminando un po’ di pressione dalla Federal Reserve che cerca di accelerare la lotta all’inflazione. Tuttavia, l’elemento forse più importante del report sarà la partecipazione della forza lavoro, nei sospetti che l’aumento del costo della vita spingerà le persone a tornare al lavoro.
2. Inflazione della zona euro al record, i prezzi dell’energia nel Regno Unito schizzano, ma la Russia continua a mandare gas
L’aumento del costo della vita è di nuovo al centro dell’attenzione in Europa questo venerdì, con l’inflazione della zona euro al 7,5% a marzo, il massimo dall’introduzione dell’euro. Il peggio deve ancora venire, considerato l’aumento dei prezzi degli energetici, quindi un minimo di 13 mesi dell’indice PMI manifatturiero di Markit non ha stupito.
Nel Regno Unito, è arrivato l’aumento del tetto del prezzo dell’energia per le famiglie, che porterà ad un immediato e brusco aumento delle bollette per molti consumatori, soprattutto i meno abbienti.
Nel frattempo, il gas russo continua ad arrivare in Europa, dopo una modifica delle nuove norme che richiedono il pagamento in rubli. Gli effetti dei nuovi accordi sono superficiali. Con l’impennata dei prezzi spot, i dati dei sistemi di trasmissione mostrano che la Russia ha mandato PIÙ gas che mai in Europa negli ultimi quattro mesi, con i compratori che hanno fatto affidamento sui contratti a lungo termine con Gazprom (MCX:GAZP).
3. Le borse USA apriranno in salita; Ford e GM fermano la produzione per carenza di parti
Alle 12:15 CEST, i {{8873|future Dow Jones}} salgono di 210 punti, o dello 0,6%, mentre i {{8839|future S&P 500}} vanno su dello 0,6% ed i future Nasdaq 100 segnano +0,8%.
Si temono ulteriori problemi di approvvigionamento, con i lockdown per il Covid-19 in Cina che interessano sempre più fabbriche e hub logistici.
Ford e GM ieri sera hanno annunciato la temporanea chiusura di alcuni impianti per carenza di componenti.
4. Contrazione delle fabbriche cinesi; sospensione di massa dei titoli del settore immobiliare
Il numero dei casi di Covid-19 in Cina resta controverso, ma l’indice PMI manifatturiero di Caixin, che copre le aziende piccole e indipendenti del paese, ha seguito l’indice PMI ufficiale segnalando una contrazione dell’attività a marzo. È sceso a 48,1, il minimo in due anni, da 50,4 di febbraio.
Ci sono anche ulteriori prove di problemi irrisolti nel settore immobiliare della nazione, con la borsa di Hong Kong che ha sospeso gli scambi di oltre 30 società che non hanno rispettato la scadenza per la consegna dei report sull’anno fiscale. Tra le aziende sospese ci sono anche Shimao e Kaisa.
5. Il petrolio torna sopra i 100 dollari dopo la decisione dell’OPEC+
I prezzi del petrolio riprendono slancio dopo il colpo subìto all’inizio della settimana da parte del piano del Presidente Joe Biden di rilasciare le riserve petrolifere strategiche.
Alle 12:25 CEST, i future del greggio USA scendono dello 0,1% a 100,19 dollari al barile, dopo il massimo di 100,84 dollari segnato in precedenza, mentre i future del Brent, il riferimento globale, salgono dello 0,1% a 104,85 dollari al barile.
E questo dopo il solito rifiuto di ieri da parte dell’OPEC e dei suoi alleati (soprattutto la Russia) di aumentare la produzione più della quantità prevista di 432.000 barili al giorno dal 1° maggio. Nel corso della giornata saranno pubblicati i dati di Baker Hughes sul numero di impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti, tra i segnali di un aumento dell’attività di trivellazione negli ultimi mesi con il miglioramento della prospettiva di un lungo periodo di prezzi più alti.