Di Alessandro Albano
Investing.com - Dopo tech e immobiliare, Xi Jinping allarga la lente sul settore finanziario cinese. Pechino ha infatti avviato un'indagine sulle più importanti istituzioni finanziari del Paese tra cui banche statali e altre società, con l'obiettivo di contrastare corruzione e pratiche scorrette in un settore che ammonta a 54 trilioni di dollari.
Secondo il Wall Street Journal, la Commissione centrale per l'ispezione disciplinare inizierà l'indagine dalla China Banking and Insurance Regulatory Commission per concentrarsi in seguito sulle 25 istituzioni più importanti del settore come la People's Bank of China, la China Securities Regulatory Commission, le Borse di Shanghai e Shenzhen, le grandi banche statali, ed importanti gestori di crediti inesigibili tra cui China Huarong Asset Management (HK:2799).
I controlli, riporta il WSJ, riguarderanno investimenti, operazioni di prestito, e rapporti con le società private, anche alla luce della debacle di China Evergrande (HK:3333) che ha acceso i riflettori su un settore, quello immobiliare, profondamente indebitato e che potrebbe avere serie ripercussioni sull'economia reale.
La mossa, che secondo il quotidiano finanziario è la più ampia sul settore nell'era del presidente Xi, sottolinea la posizione sempre più dura del partito sui rapporti tra entità pubbliche e private. Più di 1,5 milioni di funzionari governativi, infatti, sono stati incarcerati, o peggio, durante la campagna ani-corruzione di Xi, tra cui l'esecuzione più recente di Lai Xiaomin, l'ex presidente di China Huarong Asset Management (HK:2799), o l'ergastolo di Hu Huaibang, l'ex numero uno di China Development Bank.
"La recente mossa sulle società finanziarie può portare a incertezze sul fatto che ci saranno misure punitive da seguire come multe o una maggiore regolamentazione nelle attività di prestito, entrambe le quali possono sembrare fornire una prospettiva nebulosa per le società finanziarie a breve termine", ha detto a Bloomberg Jun Rong Yeap, market strategist di IG Asia.
La nuova campagna anti-corruzione e i mancati pagamenti di Evergrande hanno affossato ancora una volta i listini cinesi, con Shanghai e Shenzhen in calo rispettivamente dell'1,3% e 1,6%. Profondo rosso anche per Hong Kong, -1,7%.