"Portare l’inflazione al 2% è e sarà il nostro obiettivo. Continueremo ad adottare una politica restrittiva fino a quando l’inflazione non rallenterà in modo sostenibile”, esordisce così il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, durante il suo intervento alla riunione dei banchieri che si sta tenendo a Jackson Hole in Wyoming.
“Se il mercato del lavoro non si allenta, la politica monetaria reagisce”, ha continuato Powell prima di sottolineare che la Fed procederà comunque con cautela nel decidere se rialzare i tassi. “Abbiamo alzato i tassi in maniera significativa e sebbene l’andamento dell'inflazione abbia mostrato risvolti graditi scendendo rispetto al picco, rimane troppo alta e pertanto rimaniamo intenzionati ad alzare i tassi ancora fino a che l’inflazione scenderà verso l’obiettivo del 2%”. Anche se i prezzi sono calati, dunque, restano ancora troppo alti per essere sopportati dal sistema e la banca centrale americana continuerà a portare avanti il proprio lavoro di contrasto all'aumento dell'inflazione.
Il messaggio di Jerome Powell arriva dopo che lo scorso luglio la Fed aveva deciso di riprendere la stretta monetaria, un corsa fermata solo temporaneamente a giugno. La banca centrale statunitense in quell’occasione aveva aumentato i tassi di interesse di 25 punti base. Nel corso della riunione del FOMC (il Federal Open Market Committee) durata due giorni, il 26 luglio i componenti del board avevano alla fine optato per un incremento dei tassi, facendo salire il costo del denaro in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50%. Il livello massimo raggiunto in 22 anni.
Intanto, dopo il discorso di Powell, il Ftse Mib ha cominciato a rallentare, mentre l'Indice del Dollaro guadagna terreno nei confronti delle principali valute.