Secondo Vontobel AM, i produttori riuniti nell’OPEC+ possono permettersi di aumentare le quote senza rischiare un calo dei prezzi perché i consumi sono ripartiti e accelereranno
A metà luglio l’OPEC+, che comprende anche la Russia, ha deciso di portare la quota di produzione da 9,7 milioni di barili al giorno di luglio a 8,1 milioni a partire da agosto, ponendo così fine alla fase di drastici tagli diretti a sostenere i prezzi per far fronte al calo della domanda globale dovuto alla crisi da Covid-19. I mercati petroliferi si stanno infatti riprendendo molto più velocemente del previsto dall’eccesso di offerta che aveva quasi azzerato il costo del barile ad aprile, perché la ripresa globale delle economie sta procedendo più velocemente del previsto, con un forte recupero della domanda di petrolio in Asia e negli Stati Uniti.
SEMPRE FORTE L’APPETITO CINESE PER IL PETROLIO
In un commento sulle decisioni dell’OPEC+, Michel Salden, Head of Commodities di Vontobel Asset Management, sottolinea che la Cina, dove le raffinerie sono di proprietà dello Stato, ha utilizzato la sottovalutazione del petrolio dovuta al blocco da virus per aumentare le riserve strategiche, confermando il trend di forte crescita, anno dopo anno, dell’appetito cinese per il petrolio. Gli acquisti strategici hanno più che compensato il calo del consumo di petrolio cinese dovuto al Covid. I tagli alla produzione dell’OPEC, più le chiusure involontarie dei paesi non aderenti all’OPEC, come Canada, Stati Uniti e Brasile, hanno ulteriormente contribuito ad attenuare l’estrema carenza di domanda globale nel secondo trimestre...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge