La copertura del cambio euro/dollaro compensa ampiamente i tassi negativi dei Bund, una dinamica che, secondo Ethenea, rischia di comprimere ulteriormente i rendimenti europei
Più o meno cinque anni fa, il rendimento del titolo di Stato tedesco, il Bund, è sceso per la prima volta al di sotto della soglia dell’1%. Un calo difficilmente prevedibile dagli investitori, così come non era facile prevedere nel 2014 che il rendimento potesse calare ulteriormente, fino ad arrivare al -0,73% toccato lo scorso agosto. Di pari passo sono cresciute le difficoltà per gli investitori del reddito fisso alla ricerca di rendimento positivo. “Alla luce degli oltre 16mila miliardi di obbligazioni globali che offrono rendimenti negativi, per gli investitori diventa sempre più difficile ottenere rendimenti interessanti”, conferma Christian Schmitt, portfolio manager del fondo bilanciato Ethna-Dynamisch, della scuderia Ethenea, che ritiene anche che la spirale discendente dei tassi non sembra finita e che, anzi, i rendimenti europei potrebbero subire una ulteriore compressione dal differenziale dei rendimenti euro-dollaro.
GLI EFFETTI DELLA CACCIA AI RENDIMENTI
In che modo questo differenziale incide sui rendimenti dei titoli europei? Viviamo in un mondo globalizzato e anche i capitali si muovono su una scala globale. Dall’estate 2013 alla primavera 2016, gli investitori con valuta di riferimento euro o yen hanno potuto incrementare significativamente i loro rendimenti obbligazionari acquistando obbligazioni in dollari, decisamente più redditizie, ed eliminando il rischio valutario a costi molto contenuti. Queste operazioni, divenute sempre più frequenti, hanno innescato un processo di convergenza dei rendimenti che nel 2016 ha spinto per la prima volta il Bund decennale tedesco in territorio negativo...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge