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Tapering Fed, Lagarde e sconfitta Biden: Cosa sta succedendo sui mercati

Pubblicato 03.11.2021, 12:53
Aggiornato 03.11.2021, 13:41
© Reuters.
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Di Geoffrey Smith e Alessandro Albano 

Investing.com - La Federal Reserve dovrebbe iniziare a togliere il piede dall'acceleratore, annunciando l'eliminazione graduale degli acquisti di obbligazioni mensili da $120 miliardi, mentre per Lagarde il momento per un aumento tassi in Europa è ancora lontano. Intanto, in Usa Biden e i Dem subiscono una sconfitta cocente in Virginia, mentre il petrolio scivola sulla diminuzione della domanda statunitense. Ecco i principali market mover di questo mercoledì:

1. Tempo di tapering

Secondo molti analisti, questa sera la Federal Reserve annuncerà la graduale riduzione del programma di quantitative easing. Le previsioni suggeriscono che la banca centrale ridurrà gli acquisti di $15/20 miliardi al mese, il che significa che il tapering verrà completato in otto mesi, prima della fine del primo semestre 2022. Fatto, questo, che apre uno scenario di aumento dei tassi nella seconda metà dell'anno. 

L'incognita più grande è fino a che punto il presidente della Fed Jerome Powell cambierà il linguaggio sull'inflazione, avendo solo di recente iniziato a riconoscere che l'aumento dei prezzi al consumo è più ampio e più duraturo di quanto previsto dalla Fed. Qualsiasi cambiamento nella retorica verrà considerato un nome in codice di per un aumento dei tassi di interesse, che potrebbe anche essere telegrafato nei prossimi "dot plot" della Fed.

2. BCE ancora colomba 

Durante un evento a Lisbona, la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha affermato che nella forward guidance della banca sui tassi d'interesse, "abbiamo articolato chiaramente le tre condizioni da raggiungere prima di iniziare ad alzare i tassi". 

"Nonostante l'attuale picco dell'inflazione, l'outlook per l'inflazione al medio termine rimane debole e di conseguenza è poco probabile che queste tre condizioni saranno raggiunte il prossimo anno", ha aggiunto.

3. Borse

Wall Street dovrebbe aprire poco sotto i massimi storici di martedì, in una seduta di trading poco mossa fino alla riunione della Fed. I {{8873|Future Dow Jones}} sono in calo di 51 punti, i {{8839|Future S&P 500}} segnano un ribasso di appena 3 punti, mentre i {{8874|Future Nasdaq 100}} sono in aumento di 23 punti. 

Tra i titoli, focus sull'ex Facebook Meta Platforms (NASDAQ:FB) dopo aver affermato che interromperà l'uso della tecnologia di riconoscimento facciale. 

In Europa, indici positivi con DAX in rialzo dello 0,1%, CAC 40 al +0,2%, FTSE MIB al +0,6% e Euro Stoxx 50 al +0,2%. 

4. Dem puniti in Virginia

Il candidato repubblicano Glenn Youngkin ha vinto la corsa alla presidenza dello Stato della Virginia, in una corsa che, per molti osservatori, potrebbe avere grandi ripercussioni a livello nazionale per le elezioni di "mid-term" del 2022, visto che per 15 anni lo stato federale è stato in mano ai Dem. 

Gli exit poll hanno indicato che l'avversario, il democratico Terry McAuliffe, non è riuscito a motivare i suoi principali sostenitori, in quella che gli analisti hanno considerato come una disillusione verso le capacità dell'amministrazione e del Congresso di attuare l'agenda che avevano promesso durante le elezioni presidenziali. 

5. Greggio in calo

Greggio in ribasso dopo un altro aumento inaspettato delle scorte statunitensi la scorsa settimana, il quale ha indicato una debolezza della domanda dovuta ai prezzi della benzina, ora ai massimo in sette anni. L'American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte di greggio sono aumentate di 3,6 milioni di barili la scorsa settimana, contro le aspettative di un aumento molto più contenuto.

Il calo dei consumi di benzina ha portato il presidente Joe Biden a fare pressione sui principali esportatori dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio per aumentare la produzione. Tuttavia, non c'è ancora alcun indiscrezione che l'OPEC+ supererà l'aumento di 400.000 barili al giorno previsto per dicembre.

Al momento, i futures Wti sono in calo del 2,3% a $82,00 per barile, mentre i futures sul Brent cedono l'1,9% a $83,11.

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