LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio scivolano oggi verso la soglia dei 65 dollari il barile, vista la distensione delle tensioni in Medio Oriente, mentre gli investitori si concentrano sull'aumento delle scorte statunitensi e su altri segnali di ampia offerta.
Il greggio ora è tornato sui livelli precedenti l'attacco aereo Usa che ha ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani il 3 gennaio. L'Iran ha risposto questa settimana con un attacco missilistico contro una base aerea irachena ospitante truppe statunitensi, senza mietere però alcuna vittima.
"L'immediata escalation è stata sventata", ha detto Olivier Jakob, analista petrolifero di Petromatrix. "C'è stata una distensione, ma il ritorno del rischio è ancora presente".
I futures sul Brent, l'indice di riferimento mondiale, perde 19 centesimi a 65,18 dollari intorno alle 10,55 italiane, impostato per il primo calo settimanale in sei settimane, intorno al 5%. I futures sul West Texas Intermediate scambiano in ribasso di 24 centesimi a 59,32 dollari.
"Il Brent scambia nuovamente intorno ai 65 dollari e sembra ormai abbastanza stabile. Escludendo ulteriori tensioni in Medio Oriente, i prezzi del greggio potrebbero stabilizzarsi su questi livelli a breve", ha detto Craig Erlam, un analista di OANDA.
Con il momentaneo calo delle tensioni in Medio Oriente, gli investitori possono concentrarsi su altre questioni al di là del conflitto.
Secondo sondaggi di settore, inclusi quelli condotti da Reuters, la produzione OPEC a dicembre è diminuita prima dell'entrata in vigore del nuovo patto. Tuttavia, la produzione rimane superiore alla domanda prevista nei primi mesi del 2020, secondo alcuni analisti.
"L'eccesso di offerta sul mercato petrolifero è considerevole", afferma Carsten Fritsch, analista di Commerzbank.