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Futures dell’oro in calo per il secondo giorno, timori per la Fed

Pubblicato 22.08.2013, 09:25
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Investing.com - I futures dell’oro sono in calo per il secondo giorno consecutivo questo giovedì, dopo i verbali del vertice della Federal Reserve che hanno indicato un supporto per l’allentamento.

L’andamento dei prezzi dell’oro quest’anno ha seguito le aspettative verso una eventuale conclusione anticipata del programma di stimolo monetario da parte della banca centrale statunitense.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a dicembre sono stati scambiati a 1.363,00 dollari l’oncia troy, nella mattinata europea, in calo dello 0,5%.

I prezzi sono rimasti nel range tra 1.354,80 dollari l’oncia troy, il minimo giornaliero ed il massimo della seduta di 1.367,40 dollari l’oncia troy.

Il contratto di dicembre è stato scambiato in calo dello 0,2% a 1.370,10 dollari l’oncia troy ieri.

Supporto a 1.318,10 dollari l’oncia troy, il minimo dal 15 agosto e resistenza a breve termine a 1.384,00, massimo del 19 agosto.

I verbali del vertice della Fed di luglio hanno mostrato che i funzionari erano “generalmente d’accordo” con l’intenzione di ridurre il programma di acquisti mensili da 85 miliardi di dollari al mese da parte della Federal Reserve.

Tuttavia i policimakers restano divisi sulla tempistica del possibile ridimensionamento, con quasi tutti i membri del consiglio che hanno stabilito che una variazione nel programma di acquisti non è ancora appropriata.

I verbali hanno mostrato che gli ultimi dati economici USA rilasciati sono stati “misti”, indicando che l’eventuale miglioramento potrebbe essere rimandato se l condizioni economiche restano troppo deboli.

Intanto un dollaro più forte ha contribuito alle perdite. Il dollaro è salito contro le principali controparti, dopo i dati cinesi che hanno allentato i timori di un rallentamento della seconda economia globale.

I dati di giovedì hanno mostrato che la lettura preliminare dell’indice manifatturiero cinese HSBC sono saliti al massimo di quattro mesi di 50,1 ad agosto, dal 47,7 di giugno. Gli economisti avevano previsto una lettura di 48,3.

L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito dello 0,25%, a 81,55, staccandosi dai precedenti minimi di 80,92.

Un dollaro più forte pesa solitamente sull’oro, poiché riduce l’attrattiva del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari delle altre valute.

I traders dell’oro attendono il rilascio dei dati settimanali sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione nel corso della giornata.

I dati statunitensi sono stati seguiti con attenzione dai traders dell’oro , in quanto mostrano se si rafforzano o si indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.

Qualsiasi miglioramento nell’attività economica statunitense potrebbe ridurre le aspettative di un ulteriore allentamento, spingendo il dollaro e pesando sull’oro.

Un’uscita dallo stimolo significherebbe una fuga verso l’oro, che è salito grazie alla domanda degli investitori in cerca di oro contro i rischi inflazionistici delle politiche monetarie allentate.

Probabilmente i futures dell’oro segneranno un calo del 19% quest’anno, nella speculazione di un ridimensionamento del programma di acquisti per la fine dell’anno.

Sul Comex, l’argento con consegna a settembre è sceso dello 0,35% a 22,88 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a settembre ha segnato +0,95% a 3,337 dollari la libbra.

La Cina è il principale consumatore mondiale di rame ed ha rappresentato il 40% del consumo mondiale dello scorso anno.

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