MILANO (Reuters) - UniCredit batte le attese con i conti del terzo trimestre in tema di utile ed è a un passo dal target di 2 miliardi sull'intero 2014, ma il mercato punisce il titolo soffermandosi sui ricavi inferiori alle stime e interrogandosi sulle motivazioni del calo degli accantonamenti.
L'utile netto del terzo trimestre è stato di 722 milioni contro un consensus, raccolto dalla banca con 24 broker, di 493 milioni. Il dato dei primi nove mesi è di 1,8 miliardi, in crescita dell'81,3% rispetto a un anno prima.
"I risultati di gruppo del trimestre e dei primi nove mesi ci portano molto vicini al nostro obiettivo di utile netto di 2 miliardi nel 2014 che confermiamo", dice il Ceo Federico Ghizzoni in una nota.
La posizione patrimoniale si conferma comunque solida con un CET1 al 10,4% 'fully loaded'. Il ritorno sul capitale tangibile annualizzato (Rote) si posiziona al 6%.
Il titolo ha viaggiato sull'ottovolante e, dopo uno strappo al rialzo di oltre il 3%, alle 16,50 cede il 3,49% contro uno stoxx europeo piatto.
Vincenzo Longo di IG da un lato parla di "conti super" grazie all'utile netto "ben al di sopra delle attese", dall'altro sottolinea come "elemento negativo" il flusso dei ricavi che "subisce la debolezza per il ciclo economico negativo in Italia". Nomura considera i ricavi sotto le attese e segnala come questo "possa influenzare il sentiment", pur mantenendo una view positiva sul titolo. Kepler Cheuvreux, invece, sottolinea come il calo degli accantonamenti benefici in realtà di effetti positivi one-off per 500 milioni di euro.
I crediti deteriorati lordi sono sostanzialmente stabili a 83,5 miliardi di euro con un tasso di copertura del 51%, che sale al 51,9% per la parte del portafoglio non core. Sulle sofferenze, pari a 50,6 miliardi, il tasso di copertura è salito al 61,8% (62% sulla parte non core).
Nel trimestre sono stati effettuati accantonamenti su crediti per 754 milioni con un calo del 49,1% rispetto a un anno prima. Il dato beneficia di componenti straordinarie positive per 500 milioni legate, per la parte core, al recupero di un'esposizione in Germania e alla ricalibrazione della copertura del portafoglio crediti incagliati in Italia. Gli accantonamenti per la parte non core includono alcune poste negative tra cui la maggior parte degli accantonamenti addizionali per l'aqr.
I ricavi hanno visto un calo annuo del 2% a 5,6 miliardi, ma crescono del 2,4% a 5,5 miliardi se riferiti soltanto alla core bank. In particolare, il margine di interesse è cresciuto del 4,5% a 3,1 miliardi, mentre le commissioni sono migliorate del 4,6% a 1,8 miliardi. Stabili su base annua i ricavi da negoziazione (-0,4% a 388 milioni). In calo i costi totali (-1,2% a 3,3 miliardi).