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Forex - EUR/USD in calo, deludono i dati sulla produzione industriale

Pubblicato 12.11.2014, 11:27
L’euro scende contro il dollaro dopo il report sulla produzione industriale
EUR/USD
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Investing.com - L’euro è in calo contro il dollaro questo mercoledì, dopo i dati che hanno mostrato un aumento minore del previsto della produzione industriale nella zona euro a settembre, mentre la richiesta del biglietto verde resta supportata.

Il cambio EUR/USD ha toccato 1,2394 negli scambi europei del mattino, il minimo della seduta; successivamente il cambio si è attestato a 1,2451, giù dello 0,20%.

Supporto a 1,2357, il minimo del 7 novembre e degli ultimo 26 mesi e resistenza a 1,2568, il massimo del 5 novembre.

Nel report dell’Eurostat si legge che la produzione industriale nella zona euro è salita dello 0,6% a settembre, al di sotto del previsto aumento dell’1,0%. La produzione industriale ad agosto è scesa dell’1,4%.

Su base annua, la produzione industriale ha visto un incremento dello 0,6% a settembre rispetto allo scorso anno, contro le previsioni di una riduzione dello 0,2% e dopo essere scesa ad un tasso dello 0,5% il mese precedente.

Il report ha alimentato i timori per le prospettive di crescita economica nel blocco della moneta unica dopo i dati deludenti sull’Italia pubblicati lunedì, dati che fanno temere che l’economia della nazione possa ricadere in recessione.

Intanto, il dollaro resta supportato dalle aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve rispetto alle altre banche centrali.

L’euro scende anche contro la sterlina, con la coppia EUR/GBP giù dello 0,27% a 0,7814.

Nel Regno Unito, l’Ufficio Nazionale di Statistica ha dichiarato che il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione è sceso di 20.400 unità ad ottobre, al di sotto del previsto calo di 24.900 unità.

Il tasso di disoccupazione britannico è rimasto invariato al 6,0% nel trimestre terminato a settembre, rispetto alle previsioni di una riduzione al 5,9%.

Nel report si legge inoltre che gli stipendi medi settimanali, esclusi i bonus, sono saliti dell’1,3% nel trimestre terminato a settembre, dopo l’aumento dello 0,9% nel trimestre conclusosi ad agosto.

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