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L’oro scende per via del dollaro forte, pesano le aspettative sui tassi

Pubblicato 20.11.2014, 10:08
Oro in calo per il dollaro forte, pesano le prospettive sui tassi della Fed
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Investing.com - Il prezzo dell’oro registra un calo questo giovedì, dopo i verbali del vertice di ottobre della Federal Reserve in cui si legge che i funzionari considerano la ripresa economica abbastanza forte da poter contrastare le minacce alla crescita.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a dicembre scendono di 8,20 dollari, o dello 0,69%, a 1.185,70 dollari l’oncia troy nella mattinata degli scambi europei.

I futures troveranno supporto a 1.146,00 dollari, il minimo dal 14 novembre e resistenza a 1.204,10 dollari, il massimo dal 18 novembre.

Nei verbali rilasciati ieri si legge che, secondo i funzionari della Fed, l’economia sta migliorando e non ha bisogno di ulteriori misure di stimolo come gli acquisti di bond, sebbene persistano i timori per un possibile calo dell’inflazione.

Sebbene i verbali non abbiano dato indicazioni sulla tempistica dell’eventuale aumento dei tassi di interesse, i mercati continuano a prevedere che la banca centrale possa iniziare ad alzare i tassi intorno al settembre del 2015.

Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sull’oro, poiché il metallo prezioso non riesce a tenere il passo con gli investimenti ad alto rendimento in concomitanza all’aumento dei tassi.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,32% a 87,97.

Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, dal momento che riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.

Ieri, il prezzo dell’oro è sceso di 3,20 dollari, o dello 0,27%, a 1.193,90 dollari l’oncia, dopo il sondaggio che ha mostrato un debole supporto tra gli svizzeri al referendum per l’aumento delle riserve auree della Banca Nazionale Svizzera.

Il supporto alla proposta “Salviamo il nostro oro” è sceso al 38% secondo il sondaggio di ieri, in calo dal 44% dal sondaggio del mese scorso.

I cittadini elvetici saranno chiamati alle urne il 30 novembre per decidere se la SNB debba aumentare al 20% gli acquisti del metallo prezioso dall’8% attuale.

Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a dicembre crollano di 20,9 centesimi, o dell’1,28%, a 16,08 dollari l’oncia troy.

Nel corso della giornata, gli Stati Uniti pubblicheranno i dati sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, l’indice dei prezzi al consumo, le vendite di case esistenti e l’attività manifatturiera nella regione di Philadelphia.

Il rame con consegna a dicembre è in calo di 1,8 centesimi, o dello 0,59%, a 3,027 dollari la libbra, dopo i dati hanno mostrato che l’attività manifatturiera cinse ha toccato il minimo di sei mesi a novembre.

La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.

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