Investing.com - Il prezzo dell’oro è salito ai livelli più alti della seduta questo mercoledì, dopo i dati che hanno mostrato un aumento dell’occupazione non agricola al ritmo più lento degli ultimi dieci mesi.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a giugno salgono di 8,90 dollari, o dello 0,75%, a 1.192,10 dollari negli scambi della mattinata statunitense.
Ieri, l’oro ha toccato i 1.178,20 dollari, il minimo dal 20 marzo, prima di chiudere a 1.183,20 dollari, in calo di 2,10 dollari, o dello 0,18%.
Supporto a 1.168,70 dollari, minimo dal 20 marzo e resistenza a 1.199,60 dollari, massimo dal 30 marzo.
L’azienda di elaborazione buste paga ADP ha dichiarato che l’occupazione non agricola privata ha mostrato un aumento di 189.000 nuovi posti di lavoro lo scorso mese, contro le aspettative di un aumento di 225.000 unità. L’economia a febbraio ha creato 214.000 nuovi posti di lavoro, dati rivisti al rialzo dai dati precedentemente riportati di 212.000.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in calo dello 0,3% a 98,40 dopo il report ADP deludente.
Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, poiché l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
C’è grande attesa ora per report sull’occupazione USA per il mese di febbraio, previsto per venerdì, che potrebbe fornire indicazioni sul corso futuro della politica economica.
Se il report dovesse essere positivo, aumenteranno le aspettative sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve, mentre se i dati dovessero essere deludenti si ridurrebbero le speranze di un aumento anticipato dei tassi.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a maggio salgono di 9,9 centesimi, o dello 0,6% a 16,69 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a maggio scende di 1,5 centesimi, o dello 0,55%, a 2,725 dollari la libbra.
I dati ufficiali di questa mattina hanno mostrato che l’indice dei direttori acquisti per il settore manifatturiero cinese è salito a 50,1 questo mese, poco al di sopra del livello 50 che separa la crescita dalla contrazione. Gli analisti avevano previsto una lettura pari a 49,7, in lieve calo dalla lettura di febbraio di 49,9.
Intanto, l’indice PMI HSBC finale per il settore manifatturiero cinese è stato rivisto al rialzo a 49,6 a marzo da una stima iniziale di 49,2, in calo però rispetto a 50,7 del mese precedente.
Nonostante il leggero aumento generale, i dati hanno alimentato le aspettative che i policymaker di Pechino debbano introdurre nuove misure di stimolo per sostenere la crescita ed incoraggiare l’attività economica.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.