Di Peter Nurse
Investing.com - Il dollaro statunitense è salito nei primi scambi europei di lunedì, spinto dalle crescenti tensioni tra Cina e Stati Uniti, mentre i dati positivi sull’occupazione USA di venerdì hanno spinto gli operatori a rivalutare la portata della probabile stretta sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
Alle 09:25 CET l’ indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di sei altre valute, era in salita dello 0,3% a 103,090, avvicinandosi ai massimi di un mese.
L’indice sta mantenendo il tono positivo visto dopo il report NFP di venerdì, che ha registrato un’impennata dell’occupazione non agricola negli Stati Uniti a gennaio.
Ciò suggerisce che la Federal Reserve ha abbastanza spazio per continuare ad aumentare i tassi di interesse, a vantaggio diretto del dollaro e potenzialmente della crescita globale, a vantaggio del biglietto verde, bene rifugio.
Questo rappresenta una sorta di inversione di tendenza dopo che la settimana scorsa l’indice era crollato ai minimi da aprile sulle aspettative che la Fed potesse presto ridurre il ritmo di inasprimento.
Questa settimana sono previsti diversi interventi dalla Fed, tra cui il presidente Jerome Powell. Le dichiarazioni saranno studiate con attenzione per trovare indizi sulla probabile portata della stretta monetaria della banca centrale.
Ad aumentare la domanda di rifugio sicuro per il dollaro, lunedì, sono le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, dopo l’abbattimento di un presunto pallone spia cinese da parte dell’aviazione statunitense durante il fine settimana.
Il cambio USD/JPY è salito dello 0,6% a 131,98, con lo yen che si è indebolito in seguito ad una notizia secondo cui il vice governatore della Banca del Giappone Masayoshi Amamiya sarebbe stato individuato come successore del governatore in carica Haruhiko Kuroda.
Amamiya è considerato un candidato dovish e la sua nomina sarebbe ampiamente interpretata come una continuazione dell’orientamento monetario ultra-allentato della banca.
Il cambio EUR/USD è sceso dello 0,2% a 1,0777 nonostante gli ordinativi industriali tedeschi siano aumentati del 3,2% sul mese a dicembre, dopo un calo del 4,4% rivisto al rialzo a novembre.
Il cambio GBP/USD è sceso dello 0,1% a 1,2040, dopo aver toccato un minimo di un mese a 1,2031 lunedì scorso. Venerdì il Regno Unito pubblicherà i dati di prodotto interno lordo, che dovrebbero mostrare un’economia vicina alla recessione.
Il cambio AUD/USD è salito dello 0,1% a 0,6924, mentre la coppia NZD/USD è scesa dello 0,2% a 0,6320, mentre il cambio USD/CNY è salito dello 0,1% a 6,7806, con lo yuan indebolitosi a causa delle crescenti tensioni politiche con gli Stati Uniti.