Il dollaro è stabile e si avvia a segnare il primo calo settimanale in un mese negli scambi della mattinata europea di questo venerdì, sebbene abbia recuperato la maggior parte delle perdite di ieri segnate sulla scia dei dati deboli sul settore manifatturiero USA.
Anche se l’impennata del dollaro ha perso lo slancio questa settimana, né l’euro né la sterlina sono riusciti a tenergli testa per via dei problemi nei rispettivi paesi: l’indice tedesco Ifo sulla fiducia delle imprese, atteso alle 04:00 ET (09:00 GMT), dovrebbe scendere al minimo di quasi tre anni. Nel frattempo, i verbali dell’ultimo vertice della Banca Centrale Europea, pubblicati ieri, hanno rivelato una sensazione di urgenza nel preparare una nuova serie di stimoli sotto forma delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine per le banche, o TLTRO.
Ciononostante, molti ritengono che la BCE sceglierà di evitare di intervenire durante il prossimo vertice del 7 marzo.
“La zona euro oscilla ancora tra una solida domanda nazionale e l’aumento dei rischi esterni e non è ancora chiaro dove finirà per puntare l’ago della bilancia”, scrive in una nota l’economista di ING Carsten Brzeski.
Alle 03:20 ET (08:20 GMT), l’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 96,428. È in calo dello 0,5% rispetto al massimo segnato a inizio settimana. L’euro è scambiato a 1,1347, su dello 0,1% dalla chiusura di ieri in Europa, mentre la sterlina si attesta a 1,3033, in calo dello 0,1%.
La sterlina rimane pressoché invariata in attesa della resa dei conti sulla Brexit al Parlamento prevista per la prossima settimana, quando i parlamentari di maggioranza avranno di nuovo l’occasione di trovare un piano d’azione su cui sono d’accordo. Le defezioni da parte dei legislatori appartenenti ad entrambi i principali partiti hanno fatto aumentare le pressioni sul Primo Ministro Theresa May e sul leader dell’opposizione Jeremy Corbyn affinché raggiungano un’intesa.
In Asia, lo yuan cinese è stabile, sostenuto dalla notizia che un memorandum d’intesa mirato a fermare le svalutazioni competitive rientra nell’accordo su cui stanno lavorando Stati Uniti e Cina per risolvere i problemi commerciali. Il cambio USD/JPY è pressoché invariato a 110,75.