Di Peter Nurse
Investing.com - Il dollaro è scambiato in range stretto nei primi scambi europei di questo giovedì, in attesa dei dati sull’inflazione statunitense, mentre la sterlina scende in vista della potenziale fine del programma di acquisti di bond di emergenza della Banca d’Inghilterra.
Alle 09:00 CEST, l’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,1% a 113,332.
Il dollaro resta richiesto dopo i verbali del vertice di settembre della banca, da cui è emerso che i policymaker concordano all’unanimità sulla necessità di ulteriori inasprimenti per combattere l’inflazione.
I riflettori questo giovedì saranno puntati sugli ultimi dati sull’inflazione statunitense, che dovrebbero mostrare che il tasso annuo dell’inflazione IPC è rimasto sopra l’8% a settembre, vicino al picco di 40 anni segnato all’inizio del 2022.
Intanto, il cambio GBP/USD scende dello 0,3% a 1,1068, con la sterlina che cede parte dei rialzi di ieri in un clima di poca chiarezza sull’eventualità che la Banca d’Inghilterra elimini il supporto ai mercati del debito domani.
Il Governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey nei giorni scorsi ha reso noto che la banca metterà fine al supporto di emergenza alla fine di questa settimana. Ma, con i costi di prestito vicini ai massimi di 20 anni e il nuovo governo britannico che sembra determinato a rispettare i suoi piani di spesa, Bailey probabilmente sarà sotto pressione per fare dietrofront.
Il cambio EUR/USD scende a 0,9701 in scia al dato sull’inflazione al consumo tedesca che si conferma a livelli elevati per settembre, il 10,9% in più su base annua.
La coppia USD/JPY scende dello 0,1% a 146,82, non lontano dal massimo dell’agosto 1998 di 147,64, ben oltre il massimo del mese scorso di 145,90 che aveva spinto le autorità nipponiche ad intervenire.
I dati di questo giovedì hanno rivelato che l’indice IPP nipponico ha toccato il massimo di 41 anni a settembre. Le autorità sembrano poco intenzionate ad un inasprimento monetario per combattere quest’inflazione in aumento, suggerendo ulteriori ribassi per lo yen se non ci dovesse essere un intervento.
Il cambio AUD/USD scende dello 0,1% a 0,6271, dopo essere sceso al minimo di 2 anni e mezzo di 0,6235 nella seduta precedente, mentre la coppia NZD/USD è in calo dello 0,1% a 0,5597, poco sopra il minimo dal marzo 2020 visto martedì.