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Dollaro sotto il massimo di 19 mesi, riflettori sulla Fed

Pubblicato 17.12.2018, 09:42
Aggiornato 17.12.2018, 09:42
© Reuters.

Investing.com - Il dollaro rimane stabile sotto il massimo di 19 mesi contro il paniere delle valute questo lunedì, i timori per le prospettive di crescita globale mantengono il sentimento sottotono in vista del vertice di politica monetaria della Federal Reserve.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è invariato a 96,86 alle 03:41 ET (08:41 GMT), sotto il massimo di 19 mesi di 97,70 di venerdì.

Il dollaro si è rafforzato venerdì quando i solidi dati economici hanno rivelato che l’economia USA sembra essere in una forma migliore rispetto alle altre.

I dati economici più deboli del previsto in Cina ed Europa e i timori per un possibile blocco delle attività amministrative statunitensi hanno contribuito ad incoraggiare la domanda del biglietto verde come valuta rifugio.

Gli investitori attendono l’imminente vertice della Fed: la banca centrale USA dovrebbe alzare i tassi per la quarta volta quest’anno quando annuncerà l’ultima decisione di politica monetaria a conclusione dei suoi due giorni di vertice mercoledì.

La Fed ha alzato i tassi otto volte dal dicembre 2015, nel tentativo di riportare la politica monetaria a livelli più normali dopo aver quasi azzerato i costi di prestito per contrastare la crisi finanziaria un decennio fa.

Con l’aumento ampiamente previsto dai mercati, dei movimenti più decisi dell’andamento del dollaro saranno influenzati dalle linee guida della Fed.

In base alle proiezioni di settembre, l’opinione media tra i policymaker della Fed è di tre aumenti nel 2019. Tuttavia, i future dei tassi di interesse usati per valutare la probabilità di ulteriori interventi, mostrano un solo aumento l’anno prossimo.

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I recenti commenti dei funzionari della Fed sono stati considerati cauti da alcuni analisti. Il mese scorso, il Presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che i tassi sono vicini al range che i policymaker considerano “neutrale”, un livello che né stimola e né ostacola l’economia.

“Si potrebbe dire che, se la Fed dovesse abbassare le stime, ciò potrebbe essere considerato un ulteriore segnale di rallentamento economico”, afferma Hirokazu Kabeya, responsabile delle strategie globali di Daiwa Securities.

“Ma considerato il vulnerabile sentimento dei mercati, direi che sarebbe più pericoloso se la Fed dovesse confermare l’intenzione di alzare i tassi tre volte l’anno prossimo”.

Il dollaro sale contro lo yen, con la coppia USD/JPY a 113,45.

La Banca del Giappone ha in programma un vertice il 19-20 dicembre e dovrebbe lasciare la politica monetaria altamente accomodante, con l’inflazione che resta ben al di sotto del suo obiettivo.

L’euro è pressoché invariato, con la coppia EUR/USD a 1,1312, dopo aver chiuso la scorsa settimana in calo dello 0,6%.

Stabile la sterlina, con il cambio GBP/USD a 1,2585, restando al di sopra del minimo di 20 mesi di mercoledì scorso di 1,2476, mentre continua a pesare l’incertezza per la Brexit.

Il Primo Ministro britannico Theresa May dovrebbe esprimere la propria contrarierà ad un secondo referendum sulla Brexit oggi, dicendo al Parlamento che questo voto “tradirebbe la fiducia” dei britannici con “danni irreparabili” alla politica, in base a degli estratti del suo discorso pubblicati in anticipo.

-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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