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Dollaro stabile dopo la Fed cauta; i timori per la Brexit pesano sulla sterlina

Pubblicato 21.03.2019, 08:12
Aggiornato 21.03.2019, 08:12
© Reuters.

Investing.com - Il dollaro si stabilizza negli scambi di questo giovedì mattina dopo essere crollato sulla scia delle dichiarazioni della Federal Reserve, che ha escluso l’idea di un aumento dei tassi di interesse quest’anno, una posizione che potrebbe segnalare la fine dell’intero ciclo di inasprimento monetario.


“I timori della Fed per l’andamento futuro dell’inflazione sono chiaramente più forti del previsto e sembra che il ciclo di aumenti sia proprio terminato”, spiega Lee Ferridge, a capo delle strategie multi-asset per le Americhe di State Street Global Markets.

L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, ha perso più di mezzo punto percentuale sulla notizia, per poi segnare un recupero negli scambi asiatici ed attestarsi, alle 04:00 ET (08:00 GMT), a 95,412, giù dello 0,5% rispetto al livello precedente all’annuncio. L’euro è scambiato a 1,1422, poco meno del massimo di sei settimane di 1,1438, mentre contro lo yen il dollaro scende ad un nuovo minimo di cinque settimane di 110,36.

Il grafico “dot plot” aggiornato della Fed, che mostra l’andamento dei tassi di interesse previsto dai singoli policymaker, ora riporta che non ci saranno aumenti dei tassi nel 2019 e che ce ne sarà uno solo nel 2020. La Fed ha inoltre indicato che concluderà la sua riduzione del bilancio, il cosiddetto “inasprimento quantitativo”, nel secondo semestre di quest’anno.

Il grado di preoccupazione per lo stato di salute dell’economia implicito nell’annuncio ha colto di sorpresa i mercati, arrivando a così breve distanza dalle varie rassicurazioni del Presidente Jerome Powell e di altri secondo cui l’economia andava “bene”.
Ma i dati dal resto del mondo stanno segnalando un diffuso rallentamento quest’anno, sulla scia dello scontro commerciale USA-Cina, una questione che non sembra vicina ad una soluzione dopo che ieri il Presidente Donald Trump ha reso noto che intende mantenere in vigore i dazi sulle importazioni cinesi per un “periodo considerevole”, esprimendo dubbi circa il rispetto da parte della Cina di qualsiasi accordo che possa essere siglato a breve termine.

Le perdite del dollaro sono state mitigate dalla consapevolezza che molte delle altre banche centrali mondiali potrebbero seguire l’esempio della Fed ed adottare una politica più allentata. Alcune, come la Banca Centrale Europea e la Banca d’Inghilterra hanno già ridotto le aspettative di un inasprimento della politica monetaria in quanto l’economia si è indebolita (anche a causa dell’arrivo della Brexit). Il Consiglio di Politica Monetaria della Banca d’Inghilterra si incontrerà nel corso della giornata.

“Due mesi fa, il tono cauto della Fed è stato seguito da una cautela anche altrove, mantenendo il ‘gap sulle aspettative di politica monetaria’ relativamente stabile”, afferma John Velis, esperto di strategie macro e Forex di BNY Mellon. “Sebbene non positivo per il dollaro, il vertice (di questa settimana) potrebbe alla fine rivelarsi non negativo per il dollaro per le stesse ragioni”.

La paura di una Brexit caotica è tornata sui mercati europei in seguito al discorso di ieri del Primo Ministro britannico Theresa May, secondo cui non ci sono altre opzioni se non il piano di divorzio già bocciato due volte dal parlamento o una Brexit senza accordo fra otto giorni. La sua richiesta di una proroga di tre mesi della scadenza del 29 marzo sarà valutata in occasione di un summit UE nel corso della giornata. Tuttavia, le notizie suggeriscono che ottenere l’accordo unanime necessario dai 27 leader sarà difficile.

La sterlina si attesta a 1,3186, con il discorso di May che ha fatto invertire quasi del tutto l’impennata segnata dopo la decisione della Fed. Contro l’euro, la sterlina scende al minimo di quasi quattro settimane di 1,1541.

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