Investing.com - Il dollaro scende contro le altre valute questo venerdì, tra i dati più deboli del previsto sull’inflazione e gli investitori preoccupati che la Federal Reserve possa rallentare gli aumenti dei tassi.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,06% a 94,47 alle 5:19 ET (9:19 GMT).
I dati di ieri hanno rivelato che i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono saliti meno del previsto ad agosto, salendo dello 0,2% rispetto alle aspettative di un aumento dello 0,3%.
I dati sull’inflazione seguono di un giorno il report da cui è emerso che l’indice sui prezzi alla produzione è sceso dello 0,1% il mese scorso, alimentando i timori che la Federal Reserve possa allentare la politica monetaria.
Gli investitori attendono una raffica di dati economici previsti per oggi, tra cui quelli sulle vendite al dettaglio, i prezzi all’importazione e all’esportazione e sulla produzione industriale alle 8:30 ET (12:30 GMT).
Nel frattempo, gli sforzi nelle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina sono stati frenati dalle parole su Twitter del Presidente USA Donald Trump, secondo cui il paese “non è sotto pressione per stringere un accordo con la Cina”.
La Cina aveva accettato l’invito per tenere delle nuove trattative commerciali questo mese, nel tentativo di evitare altri dazi ma in un editoriale del quotidiano statale China Daily si legge che Pechino non si “arrenderà alle richieste statunitensi”.
L’euro e la sterlina salgono contro un dollaro debole, con la Banca d’Inghilterra e la Banca Centrale Europea che hanno votato per lasciare i tassi invariati ieri.
Il cambio EUR/USD sale dello 0,12% al massimo di due settimane di 1,1704, mentre la coppia GBP/USD va su dello 0,14% a 1,3126.
La lira turca scende dopo essere schizzata ieri, sulla scia della decisione della banca centrale del paese di alzare i tassi più del previsto. Il cambio USD/TRY sale dello 0,08% a 6,0863. La decisione della banca arriva dopo che il Presidente turco Tayyip Erdogan ha limitato l’uso di valuta estera nelle transazioni nazionali, causando un crollo della moneta.