ROMA (Reuters) - Il governo italiano ha attivato l'arbitrato internazionale con l'India per risolvere la vicenda dei due marò italiani che Nuova Delhi intende processare con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati. Lo ha riferito oggi la Farnesina in una nota.
La decisione italiana si basa sulla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, ratificata da entrambi i paesi, e che prevede il ricorso all'arbitrato per una serie di contenziosi.
"L'Italia chiederà immediatamente l'applicazione di misure che consentano la permanenza di (Massimiliano) Latorre in Italia e il rientro in Patria di (Salvatore) Girone nelle more dell'iter della procedura arbitrale", si legge nel comunicato.
"Da parte italiana, vi sarà un impegno a tutto campo per far valere con la massima determinazione le ragioni a fondamento della nota posizione italiana sulla giurisdizione e sull'immunità. Obiettivo è la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei nostri due Marò ai quali il governo rinnova la sua vicinanza", dice ancora la nota.
La decisione era stata sollecitata da una mozione parlamentare.
Latorre è stato autorizzato dalle autorità indiane a restare in Italia fino al 15 luglio, per sottoporsi a cure dopo essere stato operato al cuore nel gennaio scorso. Girone invece si trova nell'ambasciata italiana in India.
La Corte Suprema indiana ha fissato al 7 luglio la prossima udienza sulla vicenda che riguarda i due fucilieri di marina, accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati durante una missione di scorta di una nave italiana nell'Oceano Indiano.
Secondo il governo italiano - che ha già indennizzato le famiglie dei pescatori, pur senza riconoscere le responsabilità dei due marò - l'India non può processare i militari, perché coperti da immunità nell'esercizio di una missione internazionale.
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