Investing.com – L’euro è rimasto stabile contro la sterlina questo martedì, in seguito al rilascio di dati tedeschi più deboli del previsto, con gli investitori che temporeggiano in attesa delle elezioni presidenziali USA e del voto parlamentare per l’austerity in Grecia.
Nella mattinata degli scambi europei il cambio EUR/GBP ha toccato 0,7984, il minimo dal 2 ottobre; successivamente il cambio si è attestato a 0,8007, in calo dello 0,01%.
Supporto a 0,77 il minimo del 2 ottobre e resistenza a 0,8027, massimo di venerdì.
Gli operatori sono rimasti cauti in attesa dell’inizio delle votazioni negli USA, con i sondaggi d’opinione che fanno intravedere un testa a testa tra il Presidente Barack Obama e lo sfidante Repubblicano Mitt Romney.
Gli investitori attendono inoltre il voto parlamentare di domani in Grecia sulle nuove misure di austerity, necessarie ad Atene per assicurarsi il la prossima tranche di aiuti internazionali.
I dati hanno mostrato che l’indice PMI dei servizi nella zona euro è sceso al 46,0 ad ottobre, contro una lettura preliminare del 46,2, il ritmo di contrazione più veloce dal luglio 2009, con la produzione che continua a contrarsi per le 4 principali economie.
Nella mattinata degli scambi europei il cambio EUR/GBP ha toccato 0,7984, il minimo dal 2 ottobre; successivamente il cambio si è attestato a 0,8007, in calo dello 0,01%.
Supporto a 0,77 il minimo del 2 ottobre e resistenza a 0,8027, massimo di venerdì.
Gli operatori sono rimasti cauti in attesa dell’inizio delle votazioni negli USA, con i sondaggi d’opinione che fanno intravedere un testa a testa tra il Presidente Barack Obama e lo sfidante Repubblicano Mitt Romney.
Gli investitori attendono inoltre il voto parlamentare di domani in Grecia sulle nuove misure di austerity, necessarie ad Atene per assicurarsi il la prossima tranche di aiuti internazionali.
I dati hanno mostrato che l’indice PMI dei servizi nella zona euro è sceso al 46,0 ad ottobre, contro una lettura preliminare del 46,2, il ritmo di contrazione più veloce dal luglio 2009, con la produzione che continua a contrarsi per le 4 principali economie.