Investing.com – I futures del greggio segnano nuovi guadagni dopo la forte sessione di ieri, in impennata oggi al massimo di una settimana, tra un dollaro debole e le preoccupazioni in corso per l’andamento delle forniture mondiali.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 98,20 dollari al barile, nelle prime fasi degli scambi europei, con un impennata dell’ 1%.
Precedentemente i prezzi del petrolio sono saliti dell’ 1,3%, a 98,49 dollari al barile, il massimo dal 14 dicembre.
Le perdite di greggio hanno fatto seguito all'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, che è sceso dello 0,5% a 79,77, il minimo dal 12 dicembre.
I prezzi del petrolio solitamente si indeboliscono all’apprezzarsi della valuta statunitense, che rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
La richiesta di investimenti più rischiosi è salita in vista della prima offerta di prestiti a tre anni dalla BCE.
I prezzi del greggio sono stati spinti dall’eventualità che le sanzioni sul programma nucleare iraniano possano interrompere le forniture dal paese mediorientale.
L'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio, con il 5% di produzione mondiale nel 2011 e il secondo esportatore tra i membri dell'OPEC. I timori su una potenziale interruzione delle esportazioni di petrolio per l'Iran hanno continuato a spingere i prezzi.
Gli investitori stanno tenendo d’occhio i disordini in corso in Kazakhstan, dopo che almeno 15 manifestanti sono rimasti uccisi nella rivolta peggiore degli ultimi decenni. La produzione di petrolio è stimata intorno ai 1,6 milioni di barili al giorno.
Nel frattempo, i mercati sono anche in attesa dei dati sulle scorte settimanali USA di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio nel più grande consumatore di petrolio al mondo.
Ci si attende che la relazione dimostri che le scorte statunitensi di greggio sono scese di 2,4 milioni di barili la scorsa settimana, mentre per i rifornimenti di benzina è stato previsto un aumento di 1,0 milioni di barili.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l'American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono diminuite di 4,57 milioni di barili la scorsa settimana, mentre le scorte totali di benzina sono diminuite di 0,39 milioni di barili.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures del petrolio Brent con febbraio sono stati scambiati a 107,30 dollari al barile, con un impennata dello 0,53%. Il differenziale tra i Brent e i contratti del greggio si attesta a 9,10 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 98,20 dollari al barile, nelle prime fasi degli scambi europei, con un impennata dell’ 1%.
Precedentemente i prezzi del petrolio sono saliti dell’ 1,3%, a 98,49 dollari al barile, il massimo dal 14 dicembre.
Le perdite di greggio hanno fatto seguito all'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, che è sceso dello 0,5% a 79,77, il minimo dal 12 dicembre.
I prezzi del petrolio solitamente si indeboliscono all’apprezzarsi della valuta statunitense, che rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
La richiesta di investimenti più rischiosi è salita in vista della prima offerta di prestiti a tre anni dalla BCE.
I prezzi del greggio sono stati spinti dall’eventualità che le sanzioni sul programma nucleare iraniano possano interrompere le forniture dal paese mediorientale.
L'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio, con il 5% di produzione mondiale nel 2011 e il secondo esportatore tra i membri dell'OPEC. I timori su una potenziale interruzione delle esportazioni di petrolio per l'Iran hanno continuato a spingere i prezzi.
Gli investitori stanno tenendo d’occhio i disordini in corso in Kazakhstan, dopo che almeno 15 manifestanti sono rimasti uccisi nella rivolta peggiore degli ultimi decenni. La produzione di petrolio è stimata intorno ai 1,6 milioni di barili al giorno.
Nel frattempo, i mercati sono anche in attesa dei dati sulle scorte settimanali USA di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio nel più grande consumatore di petrolio al mondo.
Ci si attende che la relazione dimostri che le scorte statunitensi di greggio sono scese di 2,4 milioni di barili la scorsa settimana, mentre per i rifornimenti di benzina è stato previsto un aumento di 1,0 milioni di barili.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l'American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono diminuite di 4,57 milioni di barili la scorsa settimana, mentre le scorte totali di benzina sono diminuite di 0,39 milioni di barili.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures del petrolio Brent con febbraio sono stati scambiati a 107,30 dollari al barile, con un impennata dello 0,53%. Il differenziale tra i Brent e i contratti del greggio si attesta a 9,10 dollari al barile.