ISTANBUL (Reuters) - Dopo la vittoria del premier Tayyip Erdogan nelle prime elezioni presidenziali dirette nella storia della Turchia, la borsa turca è positiva e il partito al potere ha iniziato a lavorare sulla struttura del nuovo governo.
Con la vittoria alle urne, che gli investitori considerano un segnale di continuità, Erdogan è un passo più vicino alla repubblica presidenziale che ha per lungo tempo desiderato per la Turchia, anche se i suoi oppositori temono che il risultato possa portare ad un governo sempre più autoritario.
L'attenzione ora è puntata sulla nomina del nuovo primo ministro e del team che gestirà l'economia.
Venerdì scorso, la lira si è rafforzata contro il dollaro a 2,1351 da 2,1601, per attestarsi oggi intorno alle 10,20 a 2,1511.
In apertura la borsa di Istanbul è salita dell'1% circa, per poi scendere a +0,2% verso le 10,30.
Nelle prossime settimane, Erdogan - il cui insediamento è previsto per il 28 agosto - presiederà per l'ultima volta la riunione del partito Ak da lui fondato e supervisionerà la scelta del suo successore.
"Oggi è un nuovo giorno, una pietra miliare per la Turchia, la rinascita dalle sue ceneri", ha detto ieri sera ad Ankara Erdogan, 60 anni.
Con lo spoglio delle schede oltre il 99%, il presidente del comitato elettorale ha confermato che Erdogan ha ottenuto la maggioranza dei voti. Il dato definitivo sarà diffuso in giornata.
Gli investitori sembrano accogliere con favore il risultato elettorale, nella speranza che assicuri stabilità politica, anche se per alcuni la reazione del mercato potrebbe essere a breve termine.
"Ci aspettiamo che il mercato si focalizzi ora sulla composizione del governo", spiega Phoenix Kalen, strategist di Societé Generale, avvertendo che potrebbero esserci "timori degli investitori sulla traiettoria futura della politica economica" del Paese.
Sul lungo termine, c'è chi teme la concentrazione del potere nelle mani di un leader talvolta impulsivo, l'erosione dei sistemi di controllo e garanzia nell'ordinamento turco.
Prima delle elezioni, Erdogan ha chiesto con forza un taglio dei tassi di interesse e fatto temere per l'indipendenza della banca centrale. Erdogan sostiene che gli alti tassi provochino alta inflazione e ha più volte accusato le "lobby" di speculatori di volere minare così l'economia turca
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