Investing.com - Il dollaro USA resta stabile contro le principali valute questo mercoledì, dopo i dati che hanno mostrato un aumento dell’inflazione USA inferiore al previsto a luglio, mentre gli investitori attendono i verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria tenuto dalla Federal Reserve, alla ricerca di indicazioni sulla tempistica dell’aumento dei tassi.
Il Dipartimento per il Commercio USA ha dichiarato che i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,1% lo scorso mese, contro le previsioni di un aumento dello 0,2%.
L’inflazione sottostante che esclude alimentari ed energetici sono aumentati dello 0,1%, contro le aspettative di un aumento dello 0,2%.
Il dollaro è stato sostenuto dalle aspettative che la Fed possa iniziare ad aumentare i tassi di interesse nei prossimi mesi, possibilmente a partire da settembre, ma si prevede una manovra graduale viste le previsioni di inflazione.
Gli investitori sperano che i verbali della Fed contengano indicazioni più chiare sulla decisione di aumentare i tassi di interesse a breve termine per la prima volta dal 2006.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute è a 97,03, vicino al livello precedente al rilascio dei dati di 96,94.
L’euro è in salita, con il cambio EUR/USD in salita dello 0,1% a 1,1037.
La moneta unica è stata sostenuta dopo la notizia che il parlamento tedesco ha approvato il terzo salvataggio per la Grecia.
Il dollaro è stabile anche contro lo yen ed il franco svizzero.
La sterlina resta supportata dai dati di ieri che hanno mostrato un aumento dell’inflazione, dati che hanno fatto aumentare la pressione sulla BoE per un aumento dei tassi di interesse.
Il cambio GBP/USD è a quota 1,5657, non lontano dal massimo di sette settimane di 1,5716 segnato ieri.
Le valute legate alle materie prime sono in calo, con il cambio USD/CAD in salita dello 0,15% a 1,3077 e il cambio NZD/USD giù dello 0,45% a 0,6571.
Il dollaro australiano è stabile a 0,7341, staccandosi dai minimi di 0,7314.
L’Aussie è andato sotto pressione dopo il calo dei titoli cinesi registrato anche oggi, in seguito al crollo di oltre il 6% della seduta precedente.