Investing.com – Il dollaro è salito stamane contro lo yen, con la richiesta di valuta rifugio supportata dall’agitazione politica in Grecia e la possibile uscita del paese dalla zona euro; inoltre le dichiarazioni della Banca del Giappone hanno pesato sullo yen.
Nelle prime fasi degli scambi europei, il cambio USD/JPY ha toccato 79,77, il massimo giornaliero; successivamente il cambio si è attestato a 79,77 in salita dello 0,14%.
Supporto a 79,35, il minimo del 20 febbraio e resistenza a 80,07, massimo dell’8 maggio.
Il sentimento è andato sotto pressione dopo che Alexis Tsipras, leader del secondo partito greco, Syriza, ha fallito il tentativo di formare un nuovo governo, mettendo il socialista Evangelos Venizelos nella posizione di effettuare un ultimo tentativo di formare un nuovo governo nella giornata di domani.
Ma sono ridotte le possibilità che l’accordo su un nuovo governo venga trovato; dopo 2 tentativi falliti sarà probabile la necessità di nuove elezioni a così breve distanza. Tutto ciò accende i timori che il paese non riesca a mettere in piedi un governo in tempo per assicurarsi il mese prossimo la seconda tranche del salvataggio internazionale.
Intanto lo yen è andato sotto pressione dopo che il membro Sayuri Shirai ha dichiarato che la banca centrale non escluderà eventuali opzioni strategiche per affrontare le prospettive economiche attuali del paese.
In seguito alla riunione di politica monetaria di giovedì, la BoJ ha dichiarato che aumenterà il suo piano di acquisti di 10 mila miliardi di yen, si tratta del secondo allentamento in soli 2 mesi, in una mossa che ha l’intento di convincere i politici e gli investitori dell’efficacia della lotta alla deflazione.
Sempre oggi i dati ufficiali hanno mostrato che il conto nipponico è salito più del previsto a marzo, segnando +0,79 mila miliardi e segnando un surplus per il secondo mese consecutivo, dopo l’aumento di 0,86 mila miliardi a febbraio.
Lo yen è sceso contro l’euro, con EUR/JPY in salita dello 0,44%, a 103,42.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati sulla bilancia commerciale seguita dai report governativi sulle richieste di disoccupazione e sui prezzi all’importazione. Inoltre, è atteso per oggi una dichiarazione del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke.
Nelle prime fasi degli scambi europei, il cambio USD/JPY ha toccato 79,77, il massimo giornaliero; successivamente il cambio si è attestato a 79,77 in salita dello 0,14%.
Supporto a 79,35, il minimo del 20 febbraio e resistenza a 80,07, massimo dell’8 maggio.
Il sentimento è andato sotto pressione dopo che Alexis Tsipras, leader del secondo partito greco, Syriza, ha fallito il tentativo di formare un nuovo governo, mettendo il socialista Evangelos Venizelos nella posizione di effettuare un ultimo tentativo di formare un nuovo governo nella giornata di domani.
Ma sono ridotte le possibilità che l’accordo su un nuovo governo venga trovato; dopo 2 tentativi falliti sarà probabile la necessità di nuove elezioni a così breve distanza. Tutto ciò accende i timori che il paese non riesca a mettere in piedi un governo in tempo per assicurarsi il mese prossimo la seconda tranche del salvataggio internazionale.
Intanto lo yen è andato sotto pressione dopo che il membro Sayuri Shirai ha dichiarato che la banca centrale non escluderà eventuali opzioni strategiche per affrontare le prospettive economiche attuali del paese.
In seguito alla riunione di politica monetaria di giovedì, la BoJ ha dichiarato che aumenterà il suo piano di acquisti di 10 mila miliardi di yen, si tratta del secondo allentamento in soli 2 mesi, in una mossa che ha l’intento di convincere i politici e gli investitori dell’efficacia della lotta alla deflazione.
Sempre oggi i dati ufficiali hanno mostrato che il conto nipponico è salito più del previsto a marzo, segnando +0,79 mila miliardi e segnando un surplus per il secondo mese consecutivo, dopo l’aumento di 0,86 mila miliardi a febbraio.
Lo yen è sceso contro l’euro, con EUR/JPY in salita dello 0,44%, a 103,42.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati sulla bilancia commerciale seguita dai report governativi sulle richieste di disoccupazione e sui prezzi all’importazione. Inoltre, è atteso per oggi una dichiarazione del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke.